Spazio, missile russo distrugge satellite: a rischio gli astronauti della ISS
Il missile, lanciato per distruggere un satellite russo fuori servizio, ha generato una pericolosa nube di detriti che rimarrà nello spazio per decenni
Attimi di paura per gli astronauti della Stazione Spaziale Internazionale, che nella giornata del 15 dicembre sono stati costretti ad attivare le procedure di sicurezza della piattaforma orbitante a causa di un missile russo lanciato per distruggere un vecchio satellite fuori servizio. L'esplosione del satellite, di fabbricazione sovietica, ha infatti generato una nube di detriti che a causa dell'alta velocità di questi avrebbe potuto facilmente raggiungere e danneggiare la stazione spaziale, mettendo a rischio la vita degli occupanti. L'azione della Russia (che ha messo a rischio anche gli astronauti della stazione cinese Tiangong) è stata subito condannata dagli Stati Uniti, i quali l'hanno definita "sconsiderata" e "irresponsabile".
Spazio, missile russo distrugge satellite fuori servizio
Secondo quanto riportato dal Segretario di Stato Usa Anthony Blinken, il test effettuato dai russi "ha finora prodotto oltre 1.500 frammenti di detriti in orbita rilevabili dai nostri strumenti, e probabilmente produrrà centinaia di migliaia di altri detriti orbitali". Basandosi su precedenti azioni compiute in passato inoltre, vi è il rischio concreto che i frammenti prodotti a seguito dell'esplosione possano rimanere a vagare in orbita per i prossimi decenni, con conseguente possibilità di collisione con le missioni spaziali.
È stata la NASA ad allertare gli astronauti presenti a bordo della stazione spaziale non appena è stata rilevata l'esplosione del satellite. Agli occupanti del modulo è stato infatti ordinato di recarsi sulla navetta Crew Dragon, che in caso di emergenza può essere utilizzata come scialuppa di salvataggio. Gli astronauti hanno inoltre chiuso i portelloni che separano i vari compartimenti della stazione, dato che in caso di collisione con uno dei frammenti un eventuale danneggiamento può comportare una veloce depressurizzazione degli ambienti. Stessa cosa hanno fatto due cosmonauti russi presenti nella stazione, che si sono però diretti sul modulo Soyuz. La nube di detriti generata dall'esplosione è la più grande mai registrata dal 2007, quando la Cina eseguì un'analoga operazione per distruggere un proprio satellite meteorologico.
L'indignazione americana a seguito della distruzione del satellite russo
Non è passato molto tempo affinché gli Stati Uniti manifestassero la loro indignazione per il test missilistico russo, che avrebbe potuto mettere seriamente a repentaglio le vite degli astronauti. L'amministratore della Nasa Bill Nelson è infatti intervenuto tramite un comunicato ufficiale, dichiarando: "Sono indignato da un’azione così irresponsabile e destabilizzante. Con la sua lunga storia nelle esplorazioni spaziali con esseri umani, è impensabile che la Russia possa mettere in pericolo non solo i suoi partner statunitensi e internazionali a bordo della ISS, ma anche i propri cosmonauti".
Stando a quanto accertato, il missile russo avrebbe avuto come obiettivo Kosmos-1408, un satellite di fabbricazione sovietica dal peso di due tonnellate, lanciato nel 1982 e da diverso tempo non più operativo. Al momento il governo russo non ha ancora commentato il lancio del missile, avvenuto presso il poligono di lancio di Plesetsk, nell’oblast di Arcangelo, a circa 800 chilometri dalla capitale Mosca. Dalla stessa base nel dicembre del 2020 era stato effettuato un lancio di un missile progettato per la neutralizzazione di satelliti nemici, ma in quell'occasione di era trattato soltanto di un test sperimentale senza distruzione di oggetti in orbita.