Crédit Agricole valuta lista autonoma per Cda di Banco BPM con quota francese raddoppiata al 19,8% e potenziale superamento del 20%
L’ipotesi si inserisce nel percorso di crescita della partecipazione del gruppo francese e potrebbe incidere sugli equilibri di governance in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione
Crédit Agricole sta valutando la possibilità di presentare una lista autonoma in vista del rinnovo del consiglio di amministrazione di Banco Bpm, aprendo a nuovi scenari per l’assemblea dei soci. Il gruppo bancario francese è oggi il primo azionista di Piazza Meda con il 19,8% del capitale e potrebbe superare la soglia del 20% una volta ottenuta l’autorizzazione della Bce. Rispetto all’ultimo rinnovo del board del 2023, la partecipazione di Crédit Agricole risulta di fatto raddoppiata e, alla luce delle nuove regole previste dal Testo unico della finanza, potrebbe progressivamente avvicinarsi al 30% del capitale.
Una posizione di forza nel capitale
L’attuale assetto azionario consente a Crédit Agricole di valutare una corsa in autonomia, attraverso la presentazione di una lista corta con un massimo di cinque candidati. In caso di secondo posto alle spalle della lista del consiglio uscente, la banca francese potrebbe ottenere fino a tre seggi nel nuovo cda e un ruolo di primo piano anche nel collegio sindacale, dove la normativa prevede l’assegnazione della presidenza alla lista di minoranza più votata. In uno scenario di competizione diretta a due liste, non viene esclusa nemmeno l’ipotesi che quella francese possa risultare la più votata, consentendo a Crédit Agricole di collocare tutti i propri candidati nel board, pur senza conquistare la maggioranza.
Il ruolo dei fondi e dei soci italiani
L’esito dell’assemblea sarà fortemente condizionato dal comportamento degli investitori istituzionali, che complessivamente detengono tra il 20% e il 25% del capitale di Banco Bpm. Un ruolo rilevante sarà giocato anche dai soci italiani riuniti nel patto, che attualmente controlla il 6,51% del capitale attraverso casse di previdenza e fondazioni. Decisiva potrebbe inoltre essere la scelta di Assogestioni, chiamata a decidere a inizio anno se presentare o meno una propria lista di candidati.
Il dialogo con la lista del cda uscente
Al momento, Crédit Agricole mantiene aperta anche la possibilità di un accordo con la lista del consiglio di amministrazione uscente. Secondo fonti finanziarie, qualora si optasse per questa soluzione, il gruppo francese chiederebbe una rappresentanza nel board proporzionata alla quota detenuta, pari ad almeno quattro consiglieri e, secondo alcune indiscrezioni, anche un ruolo apicale come la presidenza o la direzione generale. In ogni caso, non verrebbe messa in discussione la conferma dell’attuale amministratore delegato Giuseppe Castagna.
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Le incognite regolamentari
Un ulteriore elemento di incertezza riguarda le modifiche statutarie necessarie per recepire le nuove regole sulla lista del cda. Resta da chiarire se tali cambiamenti richiederanno la convocazione di un’assemblea straordinaria o se potranno essere approvati direttamente dal consiglio di amministrazione. Un nodo che dovrebbe essere sciolto dopo la pausa natalizia e che potrebbe incidere sui tempi e sulle modalità del rinnovo del board.