Pil, BCE: "Crescita dell’1,2% nel 2025, dell’1% nel 2026", Lagarde fa l'allarmista: "Prospettive per l'inflazione più incerte del solito"
La presidente della BCE, Christine Lagarde, in udienza al Parlamento europeo, ha commentato le prospettive di crescita dell’Eurozona, ridimensionando l’impatto dei dazi.
Nell’udienza tenuta nella serata del 6 ottobre al Parlamento europeo, la presidente della BCE, Christine Lagarde, ha ridimensionato l’impatto dei dazi americani sull’economia dell’Eurozona. Non ci saranno forti scossoni alla crescita, che invece nel 2025 sarà più sostenuta del previsto.
Pil, BCE: "Crescita dell’1,2% nel 2025, dell’1% nel 2026"
I dati presentati da Lagarde al Parlamento europeo sono identici alle ultime stime della BCE diffuse a settembre. Per il 2025 si prevede una crescita del PIL dell’Eurozona (l’insieme di tutti i Paesi che adottano l’euro come moneta) dell’1,2%, più alta dello 0,9% ipotizzato a inizio anno. Nel 2026 l’aumento del PIL dovrebbe ridimensionarsi all’1%, ma nel 2027 riprenderebbe a crescere, arrivando all’1,3%.
Dati che rivelano quanto ottenuto dall’Ue con l’accordo commerciale sui dazi con gli Stati Uniti. L’impatto dei dazi è sostanzialmente nullo, con una riduzione della crescita dello 0,1% nel 2026 e nessun effetto nel 2027: “I rischi per la crescita economica sono diventati più equilibrati, poiché la probabilità che i principali rischi di ribasso legati alle tariffe si siano concretizzati è diminuita, a causa del nuovo accordo commerciale”, ha commentato in audizione Lagarde.
Lagarde fa l'allarmista: "Prospettive per l'inflazione più incerte del solito"
Anche le previsioni sull’inflazione sembrano mantenersi stabili. L’aumento dei prezzi medio nell’Eurozona dovrebbe attestarsi al 2,1% nel 2025, per poi scendere all’1,7% nel 2026 e risalire, insieme alla crescita economica, all’1,9% nel 2027. Dati che suggeriscono una sana domanda interna: “Con l’inflazione attualmente intorno al 2% e che dovrebbe rimanere intorno a quel livello oltre l’orizzonte di proiezione, possiamo dire che il processo disinflazionistico è finito”, ha dichiarato Lagarde, che tuttavia continua a fare l'allarmista sul tema: "Le prospettive per l’inflazione nell’area dell’euro rimangono più incerte del solito, con un contesto di politica commerciale globale ancora volatile responsabile dei rischi sia al rialzo che al ribasso".
Le parole della presidente della BCE suggeriscono che non ci saranno, nel prossimo futuro, ulteriori tagli ai tassi di interesse. La crescita è sostenuta e non è stata bloccata dai dazi. L’inflazione è sotto controllo e non sta scendendo troppo sotto il 2%, segnale che non c’è bisogno di stimolare l’economia attraverso la politica monetaria.