Investimenti pubblicitari mondiali in crescita di 7,4% rispetto al 2024, boom per settori social media (26,2%) e motori di ricerca (21,6%)
Molto spesso si legge e si ascolta di una fine della età dell’oro dei social media, di un tramonto degli influencer, di una crisi di credibilità per le piattaforme digitali. Ma nella realtà dei fatti tutte queste pseudo-analisi sono soprattutto auspici, speranze
Molto spesso si legge e si ascolta di una fine della età dell’oro dei social media, di un tramonto degli influencer, di una crisi di credibilità per le piattaforme digitali. Ma nella realtà dei fatti tutte queste pseudo-analisi sono soprattutto auspici, speranze, desiderata della vecchia economia, dei nostalgici degli antichi assetti. Perché il mondo sta andando da tutt’altra parte e nessuno può fermare il presente e il futuro.
Nel 2025 gli investimenti pubblicitari mondiali raggiungeranno la cifra record di 1170 miliardi di dollari, in crescita del 7,4% rispetto al 2024. Di questa enorme torta di advertising sparso su tutti i mezzi, la fetta più grossa sarà destinata proprio ai social media, che peseranno per il 26,2%; a seguire i motori di ricerca classici (Google, per intenderci), al 21,6%; e pure i retail media (di cui Amazon è quello più importante) hanno ormai raggiunto una quota del 14,9%. Già adesso, quindi, tutte queste piattaforme digitali riescono a intercettare il 62,7% complessivo degli investimenti pubblicitari mondiali.
Un dato che lascia ancora più a bocca aperta, come spiega una interessante ricerca di Warc (World advertising research center), è quello degli investimenti incrementali: per ogni dollaro in più che ogni anno viene investito in pubblicità, le piattaforme digitali ne intercettano l’84,3% (il 40,6% va verso i social media, il 22,2% verso la search, il 21,5% verso i retail media), lasciando ai mezzi tradizionali solo le briciole.
Ci sono, comunque, tante risorse pubblicitarie che gli operatori mondiali potranno contendersi nei prossimi anni. Nel 2026, infatti, gli investimenti sono stimati in crescita dell’8,1% salendo a quota 1270 miliardi di dollari, con un +7,1% previsto per il 2027 a quota 1360 miliardi di dollari. Praticamente il doppio dall'epoca Covid.
Come si può sperimentare nella vita di tutti i giorni, il mondo digitale, nato a fine anni 90 come sinonimo di libertà, di individualismo, di parcellizzazione, si è poi però dimostrato un habitat perfetto per dei “quasi monopoli”: Meta (ovvero Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger), Alphabet (Google, YouTube, ecc) e Amazon, da soli, attirano nel 2025 il 55,8% del totale degli investimenti pubblicitari mondiali. E la fetta salirà al 60% entro il 2030. Tantissimo potere economico, quindi, concentrato nelle mani di soli tre soggetti.
Al contrario di una certa narrazione, il mezzo che sta attirando più risorse pubblicitarie è rappresentato dai social media: nel 2025, secondo Warc, saranno capaci di incassare 306,6 miliardi di dollari in advertising, con un +14,9% sul 2024. Ci saranno poi un +12,8% nel 2026 e un + 11,9% nel 2027, quando i social media varranno circa 387 miliardi di dollari di raccolta pubblicitaria, ovvero quasi il 30% di tutta la pubblicità mondiale. All’interno dei social media domina, ovviamente, Meta: vale 184,1 miliardi di dollari (+14,8% sul 2024), ovvero quasi il 16% di tutta la raccolta pubblicitaria mondiale. Nei prossimi due anni Instagram crescerà a una media del 16,4% medio annuo, mentre Facebook avrà un incremento più contenuto, al +10,4% medio annuo.
Il mondo dei motori di ricerca, pur con tutti i problemi ai quali potrebbe andare incontro causa concorrenza della IA, cresce comunque del 10% anche nel 2025, con una raccolta pubblicitaria complessiva di 253,2 miliardi di dollari. Di questi, circa 217,8 vanno a Google.
Infine, il retail media attira nel 2025 circa 175 miliardi di dollari (+13,7% sul 2024) di pubblicità, con Amazon che ne raccoglie 62 (+18,7% sul 2024).
Di Stefano Bastoni