Banco Bpm, Castagna: "Fusione con Crédit Agricole opportunità chiara, ma valutiamo anche Mps" - confermate anticipazioni del GDI

Il Ceo apre al dialogo con la banca francese ma non esclude altre mosse nel risiko bancario come anticipato da Il Giornale d'Italia; su UniCredit: "Offerta a sconto, ora valiamo 19 miliardi"

Il CEO di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, apre alla possibilità di una fusione con Crédit Agricole Italia, come anticipato da Il Giornale d'Italia il 24 luglio 2025, definendola “di certo una opportunità potenziale, la più chiara che noi abbiamo”, e cita tra le alternative il terzo polo con Mps, come anticipato da questa testata il 1° agosto 2025. Intervistato da CNBC, il banchiere ha ricordato come la Banque Verte abbia rafforzato la sua presenza in Piazza Meda salendo oltre il 20%.

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“Molte sinergie”, ma non solo Francia

Secondo Castagna, un’eventuale integrazione con la controllata italiana del colosso francese permetterebbe di conseguire “molte sinergie” e “di certo, potrebbe essere buona per l’economia italiana”. Tuttavia, ha precisato, “non è la sola opzione che noi abbiamo. Siamo contenti che Crédit Agricole sia un investitore felice e noi saremmo contenti di sviluppare con loro nuove opportunità in futuro, ma non possiamo non guardare a tutto il resto che c’è in Italia”.

Mps tra le alternative

Tra le alternative, il CEO cita anche Mps, come anticipato da questa testata il 1° agosto 2025, di cui Banco Bpm detiene poco meno del 9%. “È di sicuro una delle altre opportunità”, ha osservato, ricordando che il risiko bancario si è acceso con l’offerta di Piazza Meda su Anima, secondo distributore di prodotto proprio di Monte dei Paschi. “Noi eravamo interessati a una collaborazione con Monte dei Paschi e questa è la ragione per cui il 13 novembre abbiamo comprato il 9% dal governo. Da lì tutto è cambiato”.

Anima al centro della strategia

Sul fronte del futuro, Castagna ha aggiunto che “dobbiamo anche pensare alla prospettiva di Anima perché siamo contenti di avere un distributore di questo livello: il contratto è in vigore fino al 2030 e c’è molto tempo, ma essere un azionista importante può aiutare ad avere qualche idea”.

UniCredit, offerta “a sconto”

Capitolo UniCredit: il manager spiega che il ritiro dell’offerta è stato determinato dal fatto che “non hanno mai raggiunto il nostro valore: hanno iniziato con un’offerta a sconto e si sono ritirati con un’offerta a sconto”. “Quando hanno abbandonato l’offerta il nostro prezzo in Borsa è aumentato ancora di 3 miliardi – ha aggiunto –. È stato anche un tema di valore della banca”, non solo quindi per l’intervento del governo. Castagna ha comunque riconosciuto che “Andrea Orcel è molto bravo nelle acquisizioni”. E sui timori di una nuova offensiva ha sottolineato: “Quando l’offerta è partita la nostra banca valeva 10 miliardi, ora 19, è una situazione differente. Noi dobbiamo però prepararci a qualsiasi cosa accada, anche all’eventualità che UniCredit torni ancora”.

Dialogo con il governo sulle Dta

Infine, a proposito dell’ipotesi che la manovra del governo possa prorogare lo stop alle imposte differite in carico alle banche, dopo l’intesa trovata lo scorso anno, Castagna ha commentato: “È una discussione ancora agli inizi, le banche hanno delegato il direttore generale dell’Abi a parlare con il governo. Siamo sempre contenti di soddisfare qualche esigenza, ma è una discussione ancora agli inizi”.