Prezzo Barbie in aumento a causa dei dazi di Trump, Mattel pronta a ridurre import dalla Cina agli Usa (attualmente del 20%) e a favorire produzione in India

Il presidente Usa Donald Trump ha affermato che "una bambina non ha bisogno di 37 bambole"

Meno Barbie e prezzi in aumento per le bambine americane a causa dell'effetto dei dazi contro la Cina imposti dal presidente Usa Donald Trump, che hanno costretto Mattel, il colosso statunitense di giocattoli, a sospendere le sue previsioni finanziarie per l'intero anno a causa dei drastici aumenti in dogana e ad annunciare aumenti dei prezzi di alcuni prodotti. Gli Usa al momento rappresentano circa la metà delle vendite globali del gruppo: di questi il 20% è rappresentato da prodotti in arrivo dalla Cina, fra cui appunto le celebri bambole.

Prezzo Barbie in aumento a causa dei dazi di Trump, Mattel pronta a ridurre import dalla Cina agli Usa

"Il volatile contesto macroeconomico e l'evoluzione del panorama tariffario statunitense" rendono "difficile prevedere la spesa dei consumatori e le vendite di Mattel negli Stati Uniti per il resto dell'anno e durante le festività natalizie", ha dichiarato il presidente e Ceo di Mattel, Ynon Kreiz, durante la conference call sui risultati del primo trimestre dell'azienda.

Per compensare i maggiori costi legati agli elevati dazi doganali, l'azienda con sede in California ha definito "necessari" gli aumenti dei prezzi sui giocattoli. Mattel sottolinea di sostenere l'industria del giocattolo nelle pressioni per l'azzeramento dei dazi sul settore ma ammette la necessità di prepararsi a quello che probabilmente sarà un lungo periodo di dazi elevati sui beni prodotti in Cina e in altre economie.

In Cina il 40% della produzione di Mattel

La Cina rappresenta attualmente il 40% della produzione globale di Mattel. L'azienda è ora pronta ad apportare modifiche alla propria catena di approvvigionamento per ridurre i prodotti di origine cinese venduti negli Stati Uniti. Ad esempio, sta aumentando la produzione in India del gioco di carte Uno e dirottando il flusso dei prodotti cinesi verso altri clienti internazionali, ha affermato Kreiz. Oltre alla Cina, Mattel importa prodotti come le bambole Barbie e i giocattoli Hot Wheels da Indonesia, Malesia e Thailandia, anche questi paesi colpiti dai dazi reciproci imposti dall'amministrazione Trump all'inizio di aprile, ma al momento sospesi per 90 giorni.

L'industria statunitense dei giocattoli è sempre più preoccupata per l'impatto degli elevati dazi imposti da Washington. Il Paese importa circa l'80% di tutti i suoi giocattoli dalla Cina, secondo i dati della Toy Association.

Trump: "Una bambina non ha bisogno di 37 bambole"

Secondo quanto ricordano i media statunitensi Trump ha cercato di minimizzare i timori sulle forniture di giocattoli per i bambini americani. Lo scorso fine settimana ha sostenuto che una bambina che desidera un giocattolo "non ha bisogno di 37 bambole" e potrebbe essere "molto felice anche con due, tre, quattro o cinque". Mattel prevede circa 270 milioni di dollari di costi incrementali a partire dal trimestre di luglio, ma le azioni di mitigazione potrebbero compensare tali costi, come sostiene il direttore finanziario uscente, Anthony DiSilvestro. Il colosso di giochi aveva puntato a una crescita annua delle vendite nette pari al 2-3%.