Banco Bpm, Eba boccia il Danish Compromise: niente beneficio patrimoniale per l’opa su Anima, strategia da rivedere
Dopo il no della Bce, anche l’Eba respinge la richiesta di chiarimento; Banco Bpm valuta contromosse per recuperare il miliardo di dividendi sfumato, mentre UniCredit prende le distanze dall’operazione
Il parere dell’Eba
La banca guidata da Giuseppe Castagna si era rivolta all’Eba a febbraio per avere un’indicazione sul processo autorizzativo. Ma l’Autorità, in un documento diffuso giovedì 27 marzo, ha chiarito di non poter entrare nel merito della questione: la richiesta, si legge, è stata rigettata perché «va oltre l’ambito di applicazione del questionario (Q&A)», toccando profili che richiedono «una valutazione più ampia e approfondita».
La decisione dell’Eba arriva pochi giorni dopo il verdetto negativo della Bce, che il 21 marzo aveva negato a Banco Bpm il trattamento regolamentare richiesto, ufficializzando la sua posizione mercoledì 26. Il nodo è l’applicabilità del Danish Compromise, che consente di non dedurre interamente dal capitale le partecipazioni in società assicurative. La banca puntava a estendere questa agevolazione anche alla sua operazione su Anima, condotta tramite la controllata Banco Bpm Vita.
Il no di Francoforte
La Bce, tuttavia, ha ribadito che il Danish Compromise si applica solo alle partecipazioni assicurative, non alle società di asset management. Secondo l’interpretazione dei supervisori europei, l’acquisto di una società di gestione patrimoniale deve essere consolidato e il goodwill deve essere dedotto dal capitale, impedendo così il beneficio richiesto da Piazza Meda.
Di fatto, più che una decisione vera e propria, quella di Francoforte è stata un’interpretazione del regolamento Crr, che l’Eba ha scelto di non mettere in discussione.
Le possibili mosse di Banco Bpm
Il doppio stop non bloccherà l’opa su Anima, ma costringerà Banco Bpm a rivedere la strategia. Non si esclude un ricorso contro l’orientamento della Bce, mentre gli analisti ipotizzano che la banca possa mettere in campo delle management action per compensare la perdita del miliardo di dividendi aggiuntivi che il beneficio patrimoniale avrebbe garantito.
Intanto, il caso potrebbe avere ripercussioni sul consolidamento bancario in Italia. UniCredit, impegnata nell’ops su Banco Bpm, ha già preso posizione: «L’offerta deve creare valore, altrimenti non la faremo», ha dichiarato il ceo Andrea Orcel nell’assemblea dei soci di giovedì 27 marzo. «Avevamo ragione a escludere Anima, viste le incertezze che questo comportava, e oggi lo vediamo», ha aggiunto il banchiere.