Esercizio provvisorio di bilancio: cos'è la "misura estrema" scattata 33 volte in Italia
Tutto quello che c'è da sapere sul cosiddetto esercizio provvisorio di bilancio che scatta se non si approva la manovra di bilancio entro la fine dell'anno, per massimo quattro mesi poi prorogabili
Sul Governo italiano si aggira uno spettro, che prende il nome di esercizio provvisorio di bilancio: ecco che cos'è, quando entra in vigore e che conseguenze ha. L'esercizio provvisorio è regolato dall'articolo 81 della Costituzione italiana, il quale specifica che "le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo".
Tuttavia, qualora il bilancio non viene approvato entro il 31 dicembre, si passa proprio all'esercizio provvisorio. "L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi", si legge sulla Costituzione.
Esercizio provvisorio: cos'è, quando entra in vigore
L'esercizio provvisorio è una modalità di spesa pubblica in Italia che fa riferimento, quanto all'ammontare, al dato storico dei precedenti esercizi finanziari. L'esercizio provvisorio scatta in assenza di approvazione del documento autorizzatorio delle spese per l'anno successivo che, negli enti pubblici, è il bilancio di previsione.
Tale forma di gestione delle finanze pubbliche, sebbene sia scattata 33 volte in Italia, è da considerarsi una "misura estrema". Ma cosa accade esattamente durante l'esercizio provvisorio? Molto semplice: il Governo si limita a una amministrazione ordinaria avendo a disposizione risorse limitate.
Dunque, si prende la spesa pubblica prevista nel progetto di bilancio e la si divide per i dodici mesi dell'anno. Ogni mese si possono utilizzare fondi per un dodicesimo dell'importo complessivo in manovra, e non un centesimo di più.
Esercizio provvisorio: che conseguenze ha
L'esercizio provvisorio non può durare più di quattro mesi e, se il governo non dovesse giungere a una legge approvata entro il 31 dicembre 2022, dal primo gennaio 2023 si proseguirebbe con una cifra disponibile di 35 miliardi di euro. Inoltre non è la prima volta che l'Italia si avvicina all'ipotesi di attuare l'esercizio provvisorio. Infatti, come già accennato, questo è stato esercitato per 33 volte negli anni compresi tra il 1948 al 2018.
Nel corso della gestione provvisoria l'ente può disporre pagamenti soltanto per assolvere alle obbligazioni già assunte e quindi l'ente potrà assumere obbligazioni derivanti da provvedimenti giurisdizionali esecutivi. Si tratta di provvedimenti tassativamente regolati dalla legge per evitare che siano arrecati danni patrimoniali. L'ente può disporre i pagamenti soltanto per assolvere le obbligazioni già assunte.