Price cap, Scaroni impallina Bonomi: "Irrealizzabile. Putin non chiuderà i rubinetti"
L'ex ad di Eni ed Enel, Paolo Scaroni: "I fatti dicono che molti Paesi europei non vogliono un tetto al prezzo del gas"
L'ex ad di Eni ed Enel, Paolo Scaroni, si mostra scettico sul tetto al prezzo del gas e, alla luce dei recenti sviluppi, "impallina" il numero uno di Confindustria Carlo Bonomi: "L'Italia deve preoccuparsi più dell'aumento dei costi che delle forniture la transizione energetica è giusta, ma per sostituire gli idrocarburi ci vorrà moltissimo tempo". Quindi "il price cap sul gas è irrealizzabile, perché non lo vogliono i Paesi del Nord né il mercato, che alla fine comanda. L'Europa dovrebbe pensare soprattutto ad una politica energetica per il futuro, per evitare di avere i prezzi più alti di tutti anche quando la crisi sarà superata", dice Scaroni intervistato da La Stampa. "Ma non credo che il metano mancherà", continua. Su Vladimir Putin non ha dubbi: il presidente russo "non chiuderà i rubinetti".
Price cap, Scaroni impallina Bonomi: "Irrealizzabile. Putin non chiuderà rubinetti"
Scaroni poi continua: "La mia esperienza di relazioni commerciali con la Russia mi insegna che normalmente Mosca fa quello che dice. Gazprom non ha mai parlato di interruzione totale delle forniture, al massimo di riduzione dei flussi. Come in effetti sta accadendo. Quindi sono fiducioso che l'Italia non debba preoccuparsi delle forniture, ma dei prezzi".
E ancora: "I fatti dicono che molti Paesi europei non lo vogliono. Tra l'altro il rischio è che non si risolva il problema, perché il metano potrebbe trovare altri compratori nel mondo, in Giappone, Corea o Cina. E in quel caso davvero l'Europa rimarrebbe sprovvista. Diverso sarebbe decidere di fiscalizzare la differenza tra il prezzo pagato dalle aziende e quello che finisce in bolletta, ma qui bisognerebbe capire quale sia la capacità di spesa dello Stato e naturalmente è un altro discorso".
Sul lavoro del ministro Cingolani, Paolo Scaroni asserisce: "Il governo sta facendo bene a riempire le riserve, pur pagando il metano un prezzo carissimo. In ogni caso, se la Russia continuerà a darci i 40 milioni di metri cubi al giorno di oggi e non ci saranno problemi con gli altri fornitori, l'inverno passerà senza particolari restrizioni. Se fossi Cingolani, preparerei un piano d'emergenza, come del resto mi pare stia facendo".
Sul futuro, l'ex ad di Eni e Enel, afferma a La Stampa: "Il Green Deal va nella direzione giusta e in linea di principio non è in contraddizione con la voglia di liberarci del gas russo e conquistarci l'indipendenza energetica. Ma non è stato chiarito all'opinione pubblica quanto siamo lontani dal sostituire gli idrocarburi: è una strada ancora lunghissima. Credo che il Green Deal sia stato costruito in maniera un po' teorica, con poco pragmatismo e non tenendo sufficientemente in considerazione i tempi lunghi della transizione energetica", conclude infine.