Bce dice "stop all'acquisto dei Bond": conseguenze sull'economia reale
La BCE ha detto no all'acquisto dei bond da luglio 2022: finita l'era del "whatever it takes" di Draghi, che cosa accadrà all'economia reale? Quali effetti sui mutui e sull'industria?
La Banca Centrale Europea ha annunciato ieri che cesserà gli acquisti di asset in modo da stimolare l'economia dal 1 luglio 2022. Stop all'acquisto dei bond e fine del "whatever it takes". Cosa cambia per l'economia reale? Quale l'effetto sull'industria e sui mutui?
Bce dice "stop all'acquisto dei Bond": incremento dei tassi anche a settembre?
Lo stop all'acquisto dei Bond da parte della BCE provocherà a partire dal 21 luglio un rialzo dei tassi di interesse di ben 25 punti base ed è la prima volta dal 2011 a questa parte.
Il rialzo sarà graduale come aveva già annunciato Christine Lagarde nel marzo scorso: il secondo aumento dei tassi dovrebbe a venire a settembre 2022, la Banca Centrale Europea non vorrebbe, ma gli scenari tendono sempre più verso questa possibilità. Infatti se l'inflazione non dovesse diminuire, l'economia reale resterà in uno stato di incandescenza tale da mettere seriamente a rischio il mercato immobiliare, i tassi sui mutui e influirà negativamente sui consumi oltre che sulla capacità relativa alla solvibilità del sistema paese a causa dell'incremento del debito pubblico.
Bce dice "stop all'acquisto dei Bond": affonda Piazza Affari
Allora Milano ha aperto in calo dello 0,74%, e Piazza Affari è andata a picco. Lo Spread Btp-Bund oggi vola sopra i 220 punti base dopo la chiusura 216 di ieri. Il prodotto del tesoro è al 3,62%, sempre in aumento rispetto al 3,58% della giornata precedente.
Il rendimento del BTP a quotazione decennale è aumentato in 30 giorni del 28%, passando dal 2,85% al 3,72% di ieri.
Aumentano i rendimenti sui titoli e diminuisce la capacità di solvibilità di un Paese come l'Italia che ha il debito pubblico al 360% sul PIL.
Tutti i soldi investiti dall'Europa per la crisi dovuta alla pandemia sono stati integralmente devoluti a politiche di welfare e incremento della spesa pubblica. Naturalmente il sostegno è arrivato anche alle imprese, ma gran parte di questi fondi sono stati poi dirottati sulle spese balistiche che l'Italia ha dato al Ucraina, come altri paesi d'Europa.
Bce dice "stop all'acquisto dei Bond": a rischio la solvibilità dell'eurozona
A fronte di tutto ciò si è verificato uno shock dell'offerta di materie prime, drammaticamente collassata a causa della chiusura dei corridoi per il trasporto merci dai porti del Ucraina. Singolare è il caso del grano e quello dell'acciaio, quest'ultimo sta mettendo letteralmente in crisi l'industria italiana e quella tedesca.
I costi aumentano con l'inflazione dilagante e i ricavi diminuiscono ed anche il costo del debito aumenta.
Abbiamo tutti gli ingredienti per la peggiore recessione degli ultimi tempi: dopo la crisi del 2008 causata dalla diffusione cancerogena di alcuni prodotti finanziari come titoli derivati e swap, questa volta a pagarne il prezzo sarà l'economia reale. Cosa accadrà infatti ai tassi di interesse sui mutui?
Bce dice "stop all'acquisto dei Bond": l'effetto sull'economia reale
Sicuramente chi sta pagando un mutuo a tasso variabile non avrà un futuro tranquillo. Si prevede già un incremento dei tassi variabili di 643 euro per il mese di luglio. Ad esempio l'acquisto di una casa di 200000 euro a 20 anni con un tasso al 1%, avrebbe una rata che passerebbe a luglio 2022 da 920 a 959 euro. Con il secondo incremento dei tassi a settembre la rata passerebbe a 998 euro, per poi aprire la scalata sopra i 1000 euro.
Chi ha già un mutuo a tasso fisso invece se la passa meglio, ma coloro che vorrebbero acquistare una nuova casa potrebbero anche vedersi rifiutare la richiesta del mutuo dati tassi di interesse troppo elevati a causa dell'insostenibilità delle rate.
La bolla immobiliare conseguente all'introduzione del superbonus 110% infatti, potrebbe subire uno stop a danno degli investitori che negli ultimi due anni si sono appoggiati a queste politiche economiche volte al sostegno degli imprenditori edilizia, ristrutturando case e aumentando il valore degli immobili che però rischiano di non essere più venduti.
A rimetterci però sarebbe anche l'Italia che il credito d'imposta deve garantirle ugualmente nonostante lo shock economico.
Il rischio è quello di entrare in una spirale economica che ci farà pagare amaramente un 2023 fatto di macerie dovute alla mancanza di una politica dei prezzi europea già nel 2021 e ad una in capacità previsionale delle conseguenze derivanti dalle scelte effettuate anche nell'ottica di risposta al conflitto in Ucraina.
di Maria Melania Barone