Coronavirus e teatri chiusi. La proposta di Micheli: "Vacciniamo i musicisti"
Francesco Micheli al Giornale d'Italia: " I teatri si possono riaprire, la cosa più semplice sarebbe vaccinare i musicisti e gli orchestrali"
Il respiro del pubblico non anima ormai da tempo le platee mentre i musicisti si esibiscono nel silenzio assordante, diffondendo un'eco che dai tetti dei teatri chiusi arriva vaporosa fino alle nostre case. Dobbiamo ringraziare il miracolo tecnologico che avvicina ma, inutile negarlo, ci manca occupare quelle poltrone e goderci lo spettacolo senza filtri. Ci manca respirare il fremito dell'attesa, sentire il rumore del sipario che scrosciante si apre sulla scena.
Musicisti, attori, ballerini nei grandi teatri si tengono pronti, si allenano per ripartire e per incontrare la loro linfa vitale: il pubblico. Tanti perdono la fiducia verso il futuro, perché il talento non basta in una società che non riesce più a soppesare il domani.
Noi anche aspettiamo, perchè, come sosteneva Vittorio Gassman, "il teatro è una zona franca della vita, lì si è immortali" e di sentirci un pò meno mortali ne abbiamo forse bisogno tutti in questa congiuntura difficile, dove ci troviamo riconsegnati alle nostre fragilità, alle nostre paure.
Il teatro è salute, ne abbiamo bisogno come uno specchio, un riflesso per guardarci dentro, presupposto essenziale per tornare gradualmente alla vita.
Abbiamo raggiunto telefonicamente il musicologo e membro del CdA del Teatro alla Scala Francesco Micheli, che propone una semplice soluzione per tornare ad ascoltare i concerti dal vivo: "Penso che si possa aprire senza problemi. La cosa più semplice sarebbe vaccinare i musicisti e gli orchestrali: credo siano 1800-2000, un numero davvero irrisorio".
Il Sovrintendente Domenico Mayer aveva già avanzato questa proposta in seguito al caso del focolare, poi smentito, che avrebbe colpito la Scala ponendo interi comparti del Teatro in quarantena: "Se vogliamo riaprire i teatri italiani c'è una soluzione unica: decidere che tutti gli artisti che non possono portare la mascherina, come cantanti, coristi, attori di prosa, fiati, ballerini, siano vaccinati", aveva affermato all'ANSA.
Una proposta del tutto ragionevole che fa leva sulla sicurezza dei lavoratori, la quale si sposa con rigidi protocolli che il Teatro ha adottato già da un anno a questa parte. Non una corsia preferenziale ma una necessità condivisa: l'orchestra è dopotutto un'espressione sublime di come un piccolo gruppo di uomini, affiatato e unanime, possa creare qualcosa di grandioso.
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