22enne accoltellato a Milano, il padre dell'aggredito: "Sembra il Bronx, mai vista così, mio figlio è vivo perchè era a 500 metri dall'ospedale"
“Io stesso sono stato inseguito, l'altro mio figlio è stato derubato, quindi c'è una situazione allucinante. Sembriamo nel Bronx”, ha poi aggiunto l'uomo.
Rischiano pene comprese tra i 10 e i 20 anni di reclusione i due ragazzi maggiorenni, entrambi diciottenni, arrestati martedì a Milano dopo aver ridotto in fin di vita — e reso invalido — il 22enne accoltellato tra via Rosales e viale Monte Grappa, in zona corso Como, nella notte del 12 ottobre. I due giovani saranno sentiti venerdì dalla gip Chiara Valori. Uno di loro, che avrebbe svolto il ruolo di “palo”, è accusato di concorso morale nel tentato omicidio pluriaggravato contestato anche agli altri quattro indagati, tre dei quali minorenni.
Nel frattempo è intervenuto il padre del ragazzo accoltellato, intervistato dal programma “Dentro la notizia” in onda su Canale 5. “Penso sia noto a tutti che, a Milano, ormai non si può più camminare”, ha dichiarato: “Io stesso sono stato inseguito, l'altro mio figlio è stato derubato, quindi c'è una situazione allucinante. Sembriamo nel Bronx”. L’uomo ha poi aggiunto: “Vivo a Milano da 30 anni e non l'ho mai vista come negli ultimi tre. Mio figlio è vivo per miracolo, è arrivato in ospedale con un litro di sangue. È vivo perché era a 500 metri, sennò sarebbe morto”.
Il padre della vittima conferma i soprannomi dati al capoluogo lombardo: "Milano banlieue" e "Milano favelas".
22enne accoltellato a Milano, il padre dell'aggredito: "Sembra il Bronx, mai vista così, mio figlio è vivo perchè era a 500 metri dall'ospedale"
I due 18enni rischiano tra i 10 e i 14 anni nel caso in cui scelgano il rito abbreviato e tra i 14 e i 21 anni in caso di dibattimento. Uno dei due, A.A., avrebbe fatto da “palo” durante l’aggressione, mentre l’altro, A.C., avrebbe sferrato due coltellate da dietro, all’altezza del polmone, quando la vittima era già a terra. Il pm Andrea Zanoncelli contesta quattro aggravanti: minorata difesa, azione compiuta da cinque o più persone, concorso con minorenni e il collegamento con il reato di rapina.
Non sono mancate reazioni politiche all’episodio. Mercoledì, durante la trasmissione ReStart su Rai 3, è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “È un fatto molto grave, emblematico”, ha dichiarato il titolare del Viminale: “Dei cinque aggressori, tre sono minorenni. Tutti i temi della sicurezza non devono essere risolti solo con i pur ineludibili aspetti securitari, la presenza delle forze di polizia, la prevenzione. C'è un grande tema a proposito della violenza minorile, che fa segnare qualche recrudescenza, anche come efferatezza degli episodi”.
Piantedosi ha ricordato anche il decreto Caivano, che abbassa la soglia d’età degli interventi di prevenzione, con l’obiettivo di “intercettare prima questi fenomeni e proporre ai giovani, in un'età minorile, anche l'aspetto pedagogico della sanzione o della prevenzione”.