Porto di Fiumicino, l’ombra di Israele dietro a nuovo progetto per scalo crocieristico: implicata società Royal Caribbean della famiglia Ofer
Al centro dell’operazione compare Royal Caribbean, colosso delle crociere internazionali e partner strategico del progetto, il cui azionariato riconduce direttamente alla potente famiglia Ofer, una delle dinastie israeliane più influenti nei settori navale, finanziario e immobiliare
Il progetto del nuovo porto crocieristico di Fiumicino prende forma, ma sotto l’ombra di Israele. Un’infrastruttura che promette sviluppo e turismo, ma che rischia invece di aprire la costa romana a un intreccio di interessi economici e geopolitici molto più ampi di quanto appaia. Dietro alla compagnia Royal Caribbean, della famiglia Ofer, partner centrale dell’operazione, emerge infatti una rete di capitali che dal Mediterraneo conduce fino a Israele e ai grandi fondi d’investimento globali.
Porto di Fiumicino, l’ombra di Israele dietro a nuovo progetto per scalo crocieristico: implicata società Royal Caribbean della famiglia Ofer
Presentato come volano di sviluppo per il turismo laziale, il nuovo porto crocieristico di Fiumicino cela una trama ben più complessa. Al centro dell’operazione compare Royal Caribbean, colosso delle crociere internazionali e partner strategico del progetto, il cui azionariato riconduce direttamente alla potente famiglia Ofer, una delle dinastie israeliane più influenti nei settori navale, finanziario e immobiliare.
Già nel 2022 la compagnia aveva consolidato la propria presenza nel Mediterraneo aprendo un homeport a Haifa, in Israele, con la nave Rhapsody of the Seas. Nonostante la sospensione delle crociere israeliane dopo il genocidio a Gaza, i legami economici e politici restano solidi. Nel consiglio di amministrazione siede infatti Eyal M. Ofer, figura chiave della compagnia e membro di una famiglia storicamente legata all’apparato militare israeliano.
Chi è la famiglia Ofer che detiene la società Royal Caribbean
La dinastia Ofer affonda le proprie radici nella storia dello Stato di Israele. Il capostipite, Sammy Ofer, ex ufficiale della Marina, partecipò alla guerra del 1948 – quella che i palestinesi ricordano come la Nakba. Nei decenni successivi costruì un impero industriale che, da Israele, si è ramificato in tutto il mondo: trasporti marittimi, energia, finanza e immobili di lusso.
Oggi i fratelli Eyal e Idan Ofer, eredi dell’impero, operano da Monaco, Londra e Guernsey, mantenendo però un ruolo centrale nell’economia israeliana. Attraverso società come Zodiac Maritime, sono stati coinvolti in numerosi episodi di tensione internazionale, dagli attacchi nello Stretto di Hormuz ai contenziosi commerciali con l’Iran.
A fianco degli Ofer, nell’azionariato di Royal Caribbean compaiono i principali colossi della finanza mondiale: Vanguard, BlackRock, Capital Research e State Street. Fondi che, come ricordato dalla relatrice ONU Francesca Albanese, finanziano direttamente o indirettamente società coinvolte nell’occupazione dei territori palestinesi e nella produzione di armamenti.
Vanguard, in particolare, possiede circa il 10% delle quote di Royal Caribbean, legando così il futuro porto di Fiumicino a una rete di interessi finanziari che si estende fino all’economia di guerra israeliana.
Il nome degli Ofer è stato associato nel tempo a diverse controversie internazionali. Dal cosiddetto Iran-gate (2010–2011), che portò alla luce rapporti commerciali vietati con Teheran, ai Pandora Papers, che documentano l’uso di paradisi fiscali caraibici per la gestione dei capitali familiari.
Più recentemente, Royal Caribbean è stata coinvolta in cause civili e class action, tra cui quella chiusa nel gennaio 2025 presso il Tribunale distrettuale di Haifa, con risarcimenti simbolici ai passeggeri. Parallelamente, procedimenti in varie giurisdizioni riguardano incidenti a bordo, violazioni della privacy e la presenza di telecamere nascoste in cabine passeggeri.