Viterbo, sventato attentato alla Macchina di Santa Rosa: arrestati in un b&b 2 uomini armati di mitra e pistole legati alla mafia turca

Viterbo, fermati due turchi armati durante la festa di Santa Rosa. Allerta massima, Nocs in azione e luci accese per proteggere cittadini e autorità

Nel pomeriggio del 3 settembre a Viterbo è stato sventato un vero e proprio attentato, che doveva andare in scena la sera stessa, alla celebrazione della Macchina di Santa Rosa. La Digos ha infatti individuato e arrestato in un b&b vicino al centro due uomini legati alla mafia turca, armati di mitra e pistole.

Viterbo, sventato attentato alla Macchina di Santa Rosa: arrestati in un b&b 2 uomini armati di mitra e pistole legati alla mafia turca

Il pomeriggio del 3 settembre a Viterbo si è sfiorata la tragedia. Due uomini di origine turca sono stati arrestati dalla Digos all’interno di un b&b situato lungo il percorso del trasporto della Macchina di Santa Rosa, la tradizionale processione che richiama ogni anno decine di migliaia di fedeli. Nel loro alloggio la polizia ha rinvenuto un mitra, due pistole, numerosi caricatori e munizioni, oltre a componenti sospetti che potrebbero essere collegati a ordigni esplosivi.

Secondo gli investigatori, i due avrebbero potuto colpire la folla o direttamente la torre trasportata dai facchini, simbolo religioso e identitario della città. Non si esclude il coinvolgimento della mafia turca, già emersa in indagini recenti a Viterbo e legata a traffici internazionali di droga e armi. L’ipotesi investigativa più accreditata è che il commando potesse agire per favorire la fuga di un boss detenuto in Italia, considerato vicino alla rete criminale di Boris Boyun.

La scoperta del piano ha fatto scattare immediatamente l’allerta sicurezza. In poche ore la Prefettura ha rivisto il dispositivo già predisposto, mobilitando i Nocs, le unità cinofile antisabotaggio, cecchini sui tetti e agenti in borghese tra la folla. Per la prima volta in tempi recenti, il trasporto della Macchina è avvenuto con l’illuminazione pubblica accesa lungo alcuni tratti, una scelta senza precedenti che ha sorpreso e diviso i cittadini.

Molti fedeli hanno manifestato malumore per la rottura della tradizione del buio, che da secoli accompagna la processione, ma una volta trapelate le notizie sugli arresti e sul potenziale attentato, è prevalsa la consapevolezza della necessità di privilegiare la sicurezza. Durante l’evento, il vicepremier Antonio Tajani è stato messo in sicurezza in caserma, mentre all’ambasciatore israeliano invitato non è stato consigliato di partecipare.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e dai servizi antiterrorismo, prosegue per chiarire i movimenti dei due arrestati e i loro eventuali collegamenti con reti criminali o jihadiste. La città di Viterbo, intanto, cerca di tornare alla normalità dopo una delle edizioni più tese della sua festa simbolo.