Alessia Pifferi, perizia psichiatrica conferma la "capacità di intendere e di volere quando lasciò morire di stenti la figlia Diana"

Questo l'esito della nuova perizia in appello sull'omicidio della figlia di soli 18 mesi avvenuto a Milano nel luglio 2022, quando la piccola fu lasciata da sola in casa per 6 giorni. La prima perizia aveva assodato proprio la sua capacità di intendere e di volere

L'ultima perizia psichiatrica su Alessia Pifferi conferma che la donna "era pienamente capace di intendere e di volere" quando lasciò morire di stenti la piccola Diana. Questo l'esito della nuova perizia in appello sull'omicidio della figlia di soli 18 mesi avvenuto a Milano nel luglio 2022, quando la piccola fu lasciata da sola in casa per 6 giorni. L’analisi, durata 6 mesi all’interno del carcere di Vigevano, sarà discussa il aula il 24 settembre.

Alessia Pifferi, perizia psichiatrica conferma la "capacità di intendere e di volere quando lasciò morire di stenti la figlia Diana"

Non ci sono dubbi sullo stato di salute mentale di Alessia Pifferi nei momenti in cui la figlia Diana moriva di stenti. La donna era "pienamente capace di intendere e di volere". Lo ha stabilito la perizia disposta nel processo di secondo grado a Milano a carico della donna, condannata all'ergastolo per omicidio volontario aggravato in primo grado.

Nulla di nuovo: la perizia psichiatrica nel primo processo aveva già accertato che la 40enne era capace di intendere e volere e, poi, su istanza della difesa la Corte d'Assise d'appello ha affidato a tre esperti un nuovo accertamento. I giudici avevano chiesto agli esperti di valutare in modo definitivo se la 40enne fosse "affetta da patologie psichiatriche" e "alterazioni clinicamente significative della sfera cognitiva", tali da avere "interferito sulla capacità di intendere e di volere escludendola del tutto o scemandola gravemente" al momento dei fatti e nelle due occasioni in cui la piccola Diana è stata lasciata sola sopravvivendo: dal 2 al 4 luglio e dall'8 all'11 luglio del 2022.

Gli esiti sulla nuova perizia psichiatrica potrebbero inguaiare l’avvocata Alessia Pontenani, legale di Pifferi, il suo consulente di parte, lo psicologo Marco Garbarini, e quattro psicologhe del carcere San Vittore. L'accusa è quella di aver manipolato dei documenti per favorire la 40enne nell’ottenimento della perizia in primo grado e del "vizio parziale di mente".