Cuneo, 40enne rientra a casa ubriaca e uccide il cane lanciandolo dal balcone, la confessione choc: "Abbaiava forte e mi ha fatto arrabbiare"

La donna è ora accusata di uccisione di animali e rischia da sei mesi a quattro anni di carcere

Una notte di violenza cieca ha scosso la periferia di Cuneo: una donna di 40 anni è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il cane della figlia, lanciandolo dal balcone del secondo piano in un momento di furia. L’episodio si è verificato nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2025.

Cuneo, 40enne rientra a casa ubriaca e uccide il cane lanciandolo dal balcone, la confessione choc: "Abbaiava forte e mi ha fatto arrabbiare"

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la donna — di origine straniera — è rientrata in casa ubriaca e, non trovando le chiavi dell'appartamento, ha sfondato la porta a spallate, provocando forti rumori che hanno svegliato i vicini. Il cane, un piccolo meticcio, spaventato dal trambusto, ha iniziato ad abbaiare ininterrottamente. A quel punto, la donna, in preda a uno scatto d’ira, avrebbe afferrato l’animale per il collo e lo avrebbe gettato nel vuoto dal balcone. L’impatto è stato fatale: il cane è morto sul colpo.

I fatti sono avvenuti in un condominio residenziale. Erano da poco passate le due del mattino quando alcuni vicini hanno allertato il 112, dopo aver sentito rumori violenti e urla provenire dall’appartamento. All’arrivo dei carabinieri e del servizio veterinario d’emergenza, la donna è stata trovata priva di sensi all’interno della casa, assistita da un’altra persona che stava tentando di rianimarla. Una volta ripresa conoscenza, è stata accompagnata in caserma per l’interrogatorio.

Davanti agli inquirenti, la donna ha ammesso le proprie responsabilità. "Il cane abbaiava forte e in uno scatto d’ira l’ho buttato giù dal balcone. Non trovavo le chiavi", avrebbe dichiarato ai militari, confermando la dinamica già emersa dalle prime testimonianze.

La donna è ora accusata di uccisione di animali, reato previsto dall’articolo 544-bis del Codice Penale, introdotto con la cosiddetta legge Brambilla. Tale norma prevede pene detentive da sei mesi a quattro anni per chi provoca la morte di un animale, oltre a possibili sanzioni pecuniarie fino a 30.000 euro. In questo caso, la gravità del gesto potrebbe portare a una condanna esemplare.