Villa Pamphili, Kaufmann licenzia il suo avvocato e chiede comfort in cella: "Voglio difendermi da solo, decido io quando fare ora d'aria"
Il 46enne accusato del duplice omicidio a Roma di figlia e compagna chiede l’autodifesa e lamenta i disagi del carcere, ma la legge italiana glielo impedisce
Richieste che assomigliano più a capricci che ad altro per Francis Kaufmann, accusato di essere il killer di Villa Pamphili. Il 46enne americano ha licenziato il suo avvocato e ha chiesto maggiori comfort in cella, dichiarando: "Voglio difendermi da solo, come in America. Poi voglio decidere io quando fare la mia ora d'aria".
Villa Pamphili, Kaufmann licenzia il suo avvocato e chiede comfort in cella: "Voglio difendermi da solo, decido io quando fare ora d'aria"
"Voglio difendermi da solo", ha dichiarato con fermezza Charles Francis Kaufmann davanti ai giudici. Il 46enne cittadino americano, attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia per l’omicidio della compagna Anastasia Trofimova e della figlia di 11 mesi Andromeda, ha revocato l’incarico al proprio avvocato, Carlo Ludovico Favino, annunciando di voler rinunciare alla difesa tecnica.
"Negli Stati Uniti si può fare", ha spiegato Kaufmann, facendo riferimento al sistema giuridico americano che, in determinati casi, permette l’autodifesa in aula. Ma in Italia non è così: l’ordinamento penale prevede l’obbligo di assistenza legale per tutti gli imputati, a maggior ragione in procedimenti gravi come quello per omicidio. Per questo motivo, la Procura ha immediatamente nominato un nuovo avvocato d’ufficio.
Nel frattempo, l’uomo ha continuato a sollevare proteste per le sue condizioni detentive. Isolato nel reparto psichiatrico del carcere di Rebibbia, si è lamentato per non poter decidere l’orario dell’ora d’aria, affermando di “non accettare imposizioni sugli orari”. Ha anche protestato per non aver ricevuto un cuscino, sostenendo di “non riuscire a dormire senza”. Le autorità penitenziarie, tuttavia, rispettano i protocolli di sicurezza e non intendono fare eccezioni.
Kaufmann si trova attualmente in isolamento e ha finora scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti. L’uomo è formalmente indagato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. Tra le prove a suo carico, il Dna rinvenuto sul reggiseno della donna – l’unico indumento trovato accanto al corpo – sul sacco nero usato per occultare il cadavere e su parti del corpo della piccola Andromeda. I segni di escoriazioni e trascinamento sul corpo di Anastasia, compatibili con una colluttazione, aggravano ulteriormente il quadro accusatorio.
Nonostante le prove e il comportamento definito “provocatorio” dagli inquirenti, Kaufmann continua a dichiararsi innocente: "Il tribunale lo riconoscerà".