Turista ebreo francese aggredito in autogrill a Lainate, legale accusati: "Lui ha insultato per primo i miei assistiti perché parlavano arabo"
L’avvocato dei presunti aggressori ribalta la versione finora circolata: “Fu il turista ebreo a insultare e provocare per primo con accuse infamanti e lesive”
Una nuova versione sulla vicenda del turista ebreo francese aggredito in autogrill a Lainate sta circolando, grazie alle dichiarazioni del legale degli accusati: "Lui ha insultato per primo i miei assistiti, che hanno poi reagito, solo perché parlavano arabo".
Turista ebreo francese aggredito in autogrill a Lainate, legale accusati: "Lui ha insultato per primo i miei assistiti perché parlavano arabo"
Si complica il caso dell’aggressione denunciata da un turista francese di religione ebraica, avvenuta domenica scorsa all’autogrill di Lainate, nel Milanese. Dopo il video diffuso dall’uomo, che mostrava una parte dell’alterco e ha fatto parlare di antisemitismo, arriva ora una versione molto diversa da parte degli altri otto protagonisti coinvolti, assistiti dall’avvocato Federico Battistini.
Il legale ha spiegato che le accuse di odio razziale mosse dal turista sono “infamanti e strumentali” e che a innescare la lite sarebbe stato proprio l’uomo francese. “I miei assistiti hanno reagito a insulti razzisti, sessisti e minacce ricevute dal turista, che forse infastidito dal fatto che parlassero in arabo, ha iniziato a provocare verbalmente il gruppo”, ha dichiarato Battistini. Ha inoltre annunciato di aver presentato querela contro il cittadino francese, sottolineando che alcuni dei suoi assistiti hanno riportato traumi cranici e contusioni refertati al pronto soccorso.
Secondo il legale, i suoi clienti sono “cittadini italiani dalla nascita, impegnati contro ogni forma di odio, anche in collaborazione con persone di religione ebraica”. La loro posizione, precisa, è “coerente con la condanna delle violenze nella Striscia di Gaza”, e proprio per questo le accuse di antisemitismo vengono definite “intollerabili”.
Nel frattempo, la Digos ha consegnato alla Procura il resoconto parziale delle indagini, basato su immagini di videosorveglianza che mostrano due momenti distinti: il primo, quello ripreso nel video, in cui si sentono insulti verso l’uomo e il figlio di 6 anni, entrambi con la kippah in testa. Il secondo momento, più critico da ricostruire, riguarda una presunta aggressione fisica nei pressi del bagno, per cui al momento non ci sono immagini né testimoni certi.
La Procura valuterà se iscrivere una quindicina di persone nel registro degli indagati per percosse aggravate dall’odio razziale. Tre individui sono già stati identificati. La vicenda resta aperta, in attesa di chiarire con esattezza responsabilità e dinamiche.