Inchiesta urbanistica Milano, 74 indagati, 6 richieste di arresto, oltre 400 pagine di ordinanza e 3 capi d’accusa: corruzione, falso e induzione indebita

Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini deciderà, dopo gli interrogatori del 23 luglio, se accogliere o rimodulare le richieste di misura cautelare avanzate dalla Procura

Sono 74 gli indagati nell’inchiesta della Procura sull'urbanistica a Milano che punta i riflettori su un sistema di potere fondato, secondo gli inquirenti, su pressioni, favori incrociati e operazioni urbanistiche pilotate. 6 le richieste di arresto, oltre 400 le pagine dell’ordinanza e tre i reati ipotizzati: corruzione, falso e induzione indebita.

Inchiesta urbanistica Milano, 74 indagati, 6 richieste di arresto, oltre 400 pagine di ordinanza e 3 capi d’accusa: corruzione, falso e induzione indebita

Nel mirino dei magistrati sono finiti nomi di primo piano: Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione Urbana, per il quale è stata chiesta la misura dei domiciliari; Giuseppe Marinoni e Alessandro Scandurra, rispettivamente ex presidente e vice della ormai sciolta Commissione per il Paesaggio, per cui la Procura ha chiesto il carcere. Il sindaco Giuseppe Sala è iscritto nel registro degli indagati e sarà in aula lunedì. Al centro dell’indagine un quadro descritto dalla Procura come una “gestione parallela” e deviata dell’urbanistica pubblica milanese.

Uffici piuttosto che presidio di tutela dell’interesse pubblico” sarebbero stati “asserviti alle utilità di una cerchia ristretta ed elitaria”, scrivono i pm. Tra i protagonisti dell’indagine anche imprenditori di spicco come Manfredi Catella, presidente di Coima, per cui sono stati chiesti i domiciliari. “La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione”, ha dichiarato l’imprenditore.

Le carte della Procura ricostruiscono una regia occulta che ruotava attorno a Marinoni, vero dominus di un progetto strategico denominato “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, redatto paradossalmente presso il suo stesso studio privato e poi patrocinato gratuitamente da Palazzo Marino. “Uno strumento artificioso – si legge nell’ordinanza – per raggirare le regole e facilitare l’avvio di un piano di affari occulto di pianificazione e attuazione di agglomerati edilizi”.

L’uso del Partenariato Pubblico-Privato, secondo l’accusa, sarebbe stato strumentalizzato per eludere le “procedure pubbliche di legge”, giustificando interventi speculativi con presunti fini sociali. Un meccanismo che, secondo i pm, ha consentito a studi di architettura legati a membri della Commissione Paesaggio di ottenere via libera su progetti propri, in cambio di consulenzegratuite” su altri.

Nel corso delle perquisizioni, la Guardia di Finanza ha sequestrato computer, tablet, cellulari e una grande mole di documenti, mail e materiale informatico giudicato “interessante”. Ora si attendono le analisi del contenuto dei dispositivi sequestrati a Tancredi, Marinoni e agli imprenditori coinvolti, tra cui Federico Pella (J+S), Andrea Bezziccheri (Bluestone) — a casa del quale sono stati trovati 120 mila euro in contanti — entrambi destinatari di richieste di custodia cautelare in carcere.

Le oltre 400 pagine dell’ordinanza tracciano una rete complessa di relazioni e interessi incrociati. Emergono nomi, date, mail, appunti interni, bozze di progetti e passaggi sospetti su pareri urbanistici e autorizzazioni concesse. In particolare, viene descritto un piano di sviluppo territoriale “ombra” costruito attorno al progetto strategico “Nodi e Porte Metropolitane Milano 2050”, redatto presso lo studio privato di Marinoni, ma sostenuto ufficialmente da Palazzo Marino con il patrocinio gratuito proposto dal sindaco e dall’assessore Tancredi.

Uno strumento artificioso – si legge nell’ordinanza – per raggirare le regole e facilitare l’avvio di un piano di affari occulto di pianificazione e attuazione di agglomerati edilizi”. Il progetto tocca nove aree-ponte tra città e hinterland, tra cui Cascina Gobba, San Donato, Figino, Assago, Baggio. Secondo la Procura, dietro a tali piani si celerebbe un massiccio disegno di speculazione edilizia, con uno schema ben definito: studi di architettura offrivano “gratuitamente” le proprie prestazioni su alcuni interventi, ottenendo in cambio via libera su altri progetti più redditizi.

Nell’inchiesta è rimasto impigliato anche il sindaco Sala per il suo ruolo nella vicenda del “Pirellino” e nel via libera, alla fine ottenuto, per la costruzione della “Torre Botanica” firmata dall’architetto Stefano Boeri, anche lui indagato. La Procura sottolinea la “mancanza di indipendenza, ricattabilità e cedevolezza alle pressioni del sindaco” da parte di Marinoni, indicando un sistema in cui la politica avrebbe esercitato un’influenza diretta e costante sugli organismi tecnici.

Il giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini deciderà, dopo gli interrogatori del 23 luglio, se accogliere o rimodulare le richieste di misura cautelare avanzate dalla Procura. I reati contestati sono, dunque, corruzione, falso e induzione indebita.