Inchiesta urbanistica Milano, Sala in lacrime durante riunione in giunta, Meloni su dimissioni sindaco: “Non automatiche, farà come si sentirà”

Lunedì Beppe Sala si presenterà in aula per riferire al Consiglio comunale la sua versione dei fatti in merito all’inchiesta sull’urbanistica

Il sindaco di Milano Beppe Sala è scoppiato in lacrime durante la riunione di giunta, visibilmente provato dalle accuse mosse dalla Procura a proposito dell’inchiesta sull’urbanistica. La premier Giorgia Meloni chiarisce in merito alle dimissioni del sindaco meneghino: “Non sono automatiche, farà come si sentirà”.

Inchiesta urbanistica Milano, Sala in lacrime durante riunione in giunta, Meloni su dimissioni sindaco: “Non automatiche, farà come si sentirà”

Lunedì sarà il giorno della verità politica. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, si presenterà in aula per riferire al Consiglio comunale la sua versione dei fatti in merito all’inchiesta sull’urbanistica che lo vede indagato. In attesa di conoscere nel dettaglio le contestazioni della Procura, il primo cittadino vive giornate complesse, segnate da oscillazioni emotive tra amarezza e determinazione a proseguire il mandato.

Durante la consueta riunione settimanale con la giunta, Sala è apparso visibilmente provato. Secondo quanto riferito da chi era presente, non ci sono stati toni trionfalistici né atteggiamenti di sfida nei confronti della magistratura. In alcuni momenti, sarebbe emersa anche una forte commozione. Alcuni assessori raccontano di aver colto lacrime nei suoi occhi, mentre rifletteva sulle responsabilità amministrative e morali che comporta la guida di una città come Milano.

Nonostante lo scenario, Sala non ha annunciato intenzioni di dimettersi. Ha ribadito la volontà di usare i due anni che restano del mandato per portare avanti l’agenda amministrativa, senza “tirare a campare”, come avrebbe detto ai suoi. “La convinzione di aver subito una grave ingiustizia” si intreccia con la “consapevolezza di essere una persona onesta”: questa la sintesi dello stato d’animo che emerge dal vertice di Palazzo Marino.

Dalla giunta è arrivato un messaggio unitario di sostegno. Solidarietà al sindaco e impegno a proseguire nel lavoro di revisione avviato nei mesi scorsi: dall’aumento degli oneri di urbanizzazione all’azzeramento della Commissione Paesaggio, fino a una più rigorosa gestione dei rapporti con i privati. Misure che puntavano proprio a rispondere ad alcune delle criticità oggi al centro dell’indagine, ma che – evidentemente – non sono state sufficienti a scongiurare le accuse.

Sul piano nazionale, anche la premier Giorgia Meloni è intervenuta sul caso. “La mia posizione è quella che ho sempre su questi casi: penso che la magistratura debba fare il suo corso, e per quello che riguarda il sindaco, io non sono mai stata convinta che un avviso di garanzia porti l'automatismo delle dimissioni. È una scelta che il sindaco deve fare sulla base della sua capacità, in questo scenario di governare al meglio. Non cambio posizione in base al colore politico degli indagati”.