Vaccini obbligatori, bimbo di 2 anni al pronto soccorso dopo inoculazione, la zia: "Convulsioni ed è svenuto, dobbiamo essere liberi di scegliere"
A Trapani, un bambino di appena due anni è stato portato al Pronto Soccorso per una crisi convulsiva che è sopraggiunta alcune ore dopo la somministrazione di due vaccini
A Trapani, un bambino di appena due anni è stato portato al Pronto Soccorso per una crisi convulsiva che è sopraggiunta alcune ore dopo la somministrazione di due vaccini.
A raccontare l’accaduto è la zia del piccolo, che ha deciso di condividere la sua esperienza attraverso una lettera pubblica, con l’intento di stimolare una riflessione più ampia sul tema dei vaccini obbligatori per i bambini.
Vaccini obbligatori, bimbo di 2 anni al pronto soccorso dopo inoculazione, la zia: "Convulsioni ed è svenuto, dobbiamo essere liberi di scegliere"
La vicenda, come riferisce la donna, inizia alcuni giorni prima, quando la madre del bambino riceve una telefonata in cui l’operatore segnala che al figlio mancano due vaccini obbligatori e la invita a provvedere con urgenza. La madre, come racconta la zia, si mostra subito perplessa, spiegando che il bambino soffre di convulsioni febbrili gravi e che ogni aumento della temperatura corporea rappresenta per lui un pericolo potenziale. Nonostante ciò, il giorno successivo arriva una nuova telefonata con un messaggio ancora più pressante: se non si fosse presentata per l'inoculazione, sarebbero stati informati i Servizi sociali.
"Impaurita, mia sorella lo ha portato a fare i vaccini, gliene hanno somministrati due nello stesso giorno". La situazione peggiora nel tardo pomeriggio: il piccolo sviluppa una febbre alta e, poco dopo, va in convulsione, perdendo conoscenza. Viene subito trasportato al Pronto Soccorso, privo di sensi. I sanitari gli somministrano ossigeno e, dopo circa 40 minuti di interventi, riferisce sempre la zia, riescono a stabilizzarlo.
"Ringraziamo Dio che si è ripreso – prosegue la donna – ma mi chiedo: perché obbligare un bambino con una patologia documentata a sottoporsi a vaccinazioni che potrebbero scatenare reazioni pericolose? Perché ricattare i genitori parlando di assistenti sociali o di esclusione dagli asili se non vaccinano i loro figli?".
Nel suo sfogo pubblico, la cittadina non si scaglia contro il sistema sanitario in sé, ma contro l’obbligo rigido e generalizzato, come quello per il vaccino Covid, che – sostiene – non tiene conto delle condizioni individuali. "Dobbiamo essere liberi di decidere se vaccinare o meno i nostri figli – conclude – soprattutto quando ci sono patologie che rendono quella scelta potenzialmente dannosa."