Morte Ramy Elgaml, condannato a 2 anni e 8 mesi Fares Bouzidi, l'amico che guidava lo scooter: resistenza a pubblico ufficiale

Fares guidava lo scooter, e non si era fermato al posto di blocco imposto dagli agenti, finendo per compromettere la vita del suo amico con la sua fuga.

È stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione Fares Bouzidi, l'amico di Ramy Elgaml che guidava lo scooter la notte in cui quest'ultimo è morto. A Fares è stata contestata l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Il gup, al termine del processo con rito abbreviato, ha accolto la richiesta dei pubblici ministeri di Milano Giancarla Serafini e Marco Cirigliano. Stabilito anche un risarcimento di 2mila euro per ciascuno dei sei carabinieri, parte civile nel processo. Bouzidi è invece stato assolto dall’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Le motivazioni della sentenza usciranno tra 3 mesi.  

Morte Ramy Elgaml, condannato a 2 anni e 8 mesi Fares Bouzidi, l'amico che guidava lo scooter

2 anni e 8 mesi a Fares Bouzidi, l'amico tunisino di Ramy Elgaml, il 19enne egiziano morto lo scorso 24 novembre durante un inseguimento di 8 km coi carabinieri. Fares guidava lo scooter, e non si era fermato al posto di blocco imposto dagli agenti, finendo per compromettere la vita del suo amico con la sua fuga. Da qui l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. La sentenza è stata pronunciata dal giudice per l’udienza preliminare di Milano, Fabrizio Filice, nell’ambito del processo con rito abbreviato.

Non solo la condanna penale: il giudice ha anche disposto un risarcimento a carico del giovane da 2mila euro a favore di ognuna delle parti civili, ossia dei sei carabinieri. I legali degli agenti avevano chiesto di riconoscere "risarcimenti in via equitativa" per il "danno morale".

La perizia e la contro-perizia

Il caso ha tornato ad avere visibilità con la condanna di Fares dopo che negli ultimi mesi si erano scontrate perizie e contro-perizie. Una consulenza firmata dall’ingegner Domenico Romaniello ha asserito come l'inseguimento dei carabinieri sia stato corretto, non ci sia stato nessun tamponamento e la morte di Ramy è sopraggiunta in seguito allo schianto contro un palo.

Una contro-perizia firmata dalla difesa della vittima ha invece sostenuto che un urto preliminare in via Ripamonti tra l'auto dei carabinieri e lo scooter avrebbe generato la caduta del Tmax.