Omicidio Resinovich, marito Visintin dopo “scomparsa”: “Niente a che fare con la morte di Liliana, a disposizione per eventuale processo”
Attesa nei prossimi giorni anche una decisione da parte del gip Flavia Mangiante, che dovrà stabilire se accogliere la richiesta di incidente probatorio per ascoltare Claudio Sterpin
Proseguono le indagini sul giallo di Liliana Resinovich, la donna triestina scomparsa il 14 dicembre 2021 e ritrovata senza vita il 5 gennaio dell’anno successivo nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni. A distanza di oltre 3 anni, la procura di Trieste ha formalmente iscritto nel registro degli indagati il marito, Sebastiano Visintin, che dopo essere stato irreperibile per giorni ha dichiarato di “non avere a che fare con la morte di Liliana" e di essere "a disposizione per un eventuale processo”.
Sebastiano Visintin su omicidio Resinovich: “Niente a che fare con la morte di Liliana, a disposizione per eventuale processo”
“Non non ho niente a che fare con la morte di Liliana, assolutamente. E sono felice di essere qua a Trieste, ho trovato una città meravigliosa, sono venuto qua nel 1995”, ha affermato l’uomo, oggi sotto inchiesta. Sebastiano Visintin ha anche spiegato il proprio atteggiamento nei confronti delle accuse e del futuro giudiziario che potrebbe attenderlo: “Vivo alla giornata, non penso a ieri non penso a domani. E non mi sento già condannato. Se ci sarà il processo io sono qua, sono a disposizione”.
Il marito di Liliana Resinovich ha parlato anche del dramma personale che sta vivendo da quando la moglie è scomparsa e poi è stata ritrovata morta: “Sto vivendo un dramma da tre anni e mezzo che non auguro a nessuno, però, come dicevo a Liliana, la vita è bella”. Tuttavia, Visintin ha preferito non esporsi su dettagli o ipotesi investigative: “Non voglio parlare di chi è stato, ci sono gli avvocati per questo, così come anche per la descrizione di quel che è accaduto nel boschetto”. Alla domanda se si tratti di omicidio o suicidio, ha risposto: “Non spetta a me dare queste risposte, ci sono i consulenti, i miei avvocati”.
Intanto, il fascicolo si arricchisce di nuovi elementi investigativi. Le indagini hanno toccato la Toscana, dove sono stati sequestrati 3 coltelli che Visintin avrebbe regalato oltre 2 anni fa a un conoscente. Quest’ultimo, appreso del sequestro di forbici e lame durante una perquisizione nella casa di Visintin avvenuta l’8 aprile scorso, ha contattato la PM dell’inchiesta. L’uomo è stato ascoltato dalla Squadra Mobile e ha consegnato le 3 lame.
Attesa nei prossimi giorni anche una decisione importante da parte del gip Flavia Mangiante, che dovrà stabilire se accogliere la richiesta di incidente probatorio per ascoltare Claudio Sterpin, amico di lunga data di Liliana Resinovich. L’uomo ha dichiarato: “Non mi imbarazza incontrare Sebastiano Visintin in occasione dell'incidente probatorio, non credo sia stato lui l'artefice, non credo sia stato lui a ucciderla”. E aggiunge un’accusa pesante: “È stato piuttosto un lavoro premeditato e fatto da più persone”. Sterpin è convinto che Visintin “sappia benissimo chi è stato: lui sa tutto, compreso il posto dove è stato tenuto il corpo di Liliana”.