Roma, pasticceria Charlotte mette in vendita la 'Gaza Cola', bibita lanciata da Osama Qashoo per finanziare costruzione di un ospedale a Gaza

Moltissimi i commenti di solidarietà, ma anche qualcuno negativo a cui il locale risponde: "Grazie a questa gente sappiamo di stare dalla parte giusta della storia”

La pasticceria Charlotte di Roma ha deciso di mettere in vendita la "Gaza Cola". La bevanda è stata ideata e creata dall'imprenditore palestinese rifugiato a Londra Osama Qashoo, con il preciso scopo di finanziare la costruzione di un ospedale nella Striscia di Gaza (dato che quelli attualmente presenti sono per la maggior parte non più in funzione e distrutti).

In Inghilterra ha già un discreto successo ed è disponibile all'acquisto anche nel nostro paese, con un sito dedicato; la pasticceria romana Charlotte ha quindi deciso di sostenere la causa, iniziandone la vendita. Sui social non sono mancati i messaggi di apprezzamento e solidarietà, uniti a qualche polemica a cui però la pasticceria ha risposto prontamente.

Roma, pasticceria Charlotte mette in vendita la 'Gaza Cola', bibita lanciata da Osama Qashoo per finanziare costruzione di un ospedale a Gaza

L’annuncio viene pubblicato sulla vetrina dei social: “Da oggi nella nostra pasticceria troverete in vendita una nuova bevanda, la Gaza Cola” si legge sull’angolo digitale della pasticceria in zona piazza dei Re di Roma. Nei commenti ovviamente non manca anche chi è contro l'iniziativa: “Segnalate questa pasticceria di extracomunitari” si legge in un commento ricondiviso dalla stessa pasticceria, “che non parlano manco un italiano decente, e forse manco sanno di cosa parlano ‘sti ritardati politicizzati”. La risposta dei titolari arriva puntuale: “Usano la parola extracomunitari come fosse un’offesa, anche grazie a questa gente sappiamo di stare dalla parte giusta della storia” ha commentato uno dei soci, sottolineando che la decisione in oggetto è “una scelta etica e non politica”.  

Nel caso della Gaza Cola, “il profitto è destinato al sostegno di progetti umanitari, tra cui la ricostruzione dell’Ospedale Al Karama”. “L’abbiamo scelta per sostenere l’imprenditoria palestinese, l’indipendenza economica e la lotta per la giustizia” continuano i titolari, “perché quando i nostri figli e nipoti chi chiederanno ‘come è potuto accadere’, vogliamo poter rispondere: non nel nostro nome. Perché siamo e saremo sempre dalla parte degli oppressi, non degli oppressori"