28 Dicembre 2024
Sono undici gli indagati per il crollo della gru di 24 metri precipitata sul tetto della rsa La Camandolina, in via Chiodo a Genova il 24 novembre. Si tratta dei lavoratori e dei responsabili delle imprese a vario titolo coinvolti nella manutenzione, affitto, certificazione, montaggio, noleggio e utilizzo del macchinario che è collassato un mese fa e solo per un miracolo non ha ferito o ucciso nessuno. L’incidente aveva costretto a un’evacuazione notturna dei 93 anziani ospitati nell’rsa, oltre alla chiusura della strada per quasi un mese. La gru infatti è stata rimossa solo il 19 dicembre dopo l’avvio della perizia e un paio di giorni dopo è stata riaperta la strada. Il pm Giuseppe Longo aveva dato incarico al consulente prima di tutto di effettuare un sopralluogo nell’area prima di rimuovere il mezzo pesante. Ora il consulente della procura dovrà accertare anche attraverso il sequestro di documenti, le cause del crollo.
La perizia dovrà chiarire se il crollo si è verificato per “difetti di progettazione o costruzione e preesistenza di vizi non accertati e/o erronea installazione e/o mancanza di corrette verifiche sullo stato della medesima dopo l’installazione ovvero al verificarsi di una condizione di carico maggiore di quella ammissibile o un errato utilizzo ovvero altra eventuale criticità”. Il reato ipotizzato per gli indagati è di crollo colposo e la consulenza tecnica deve individuare “eventuali profili di negligenza, imprudenza e/o imperizia” da parte degli indagati o di altre che possano essere stati causa o concausa del crollo.
Dai primi rilievi effettuati dagli ispettori dello Psal della Asl3 sembra che la gru abbia ceduto perché si sarebbe spezzata la torre metallica che sta alla base della struttura. Da capire appunto se ci sia stato un problema di manutenzione, collocazione oppure se sia stata caricata oltre le sue capacità. Il cantiere da cui è scaturito l’incidente aveva provocato non poco malumore tra i residenti della zona per la decisione di intervenire sul fianco della collina per costruire le cinque palazzine in un punto tra i più panoramici del quartiere. La costruzione dell’istituto Liberti Poli, il cosiddetto “ospedale dei rachitici”, risale al lontano 1907, e nel corso degli anni da polo di eccellenza ortopedico era stato via via svuotato delle sue funzioni. Nel 2008 la Regione lo aveva venduto alla Cdp Immobiliare.
Oggi l’operazione immobiliare è in capo alla Saia Real Estate, che nel 2023 aveva avviato i lavori di scavo. A ottobre 2024 proprio la Saia Real Estate aveva fornito un aggiornamento sull’andamento dei lavori, confermando che “nel cantiere del nostro nuovo, esclusivo progetto i lavori avanzano con regolarità. In via Chiodo la prima palazzina è stata appena ultimata e molto presto verranno completate anche le altre quattro”.
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