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Torino, figlio 30enne "bestemmia alla Playstation tutte le notti per mesi", la vicina esasperata accoltella la madre che lo difendeva

In corso Cincinnato una lite condominiale è degenerata in un episodio di violenza tra due donne, al centro di tutto le notti passate ai videogiochi del figlio della vittima

19 Dicembre 2024

Torino, rumori molesti del figlio 30enne alla PlayStation, la vicina 60enne: "Urla e bestemmia fino all’alba", poi accoltella la madre di lui

Joypad Playstation 4 (fonte lapresse.it)

A Torino, in un palazzo di corso Cincinnato, una lite condominiale per un figlio che "bestemmiava" alla Playstation è degenerata in un episodio di violenza tra due donne, la madre del protagonista e una vicina di casa della famiglia. Una 60enne che abita accanto, infatti, ha accoltellato la vicina di casa e madre del giovane, ferendola all'avambraccio. L'aggressione è scaturita dai continui rumori molesti e dalle bestemmie del figlio 30enne della vittima, che spesso giocava alla PlayStation con i videogiochi fino a tarda notte. La responsabile è stata denunciata a piede libero per lesioni.

Secondo le ricostruzioni, la sessantenne, stanca del rumore e delle urla che andavano avanti da mesi, ha deciso di affrontare la famiglia vicina. Dopo aver suonato il campanello, ha tentato di aggredire il giovane, ma la madre si è frapposta per proteggerlo ed è rimasta ferita. Fortunatamente la lesione è stata lieve: la donna è stata medicata in ospedale e dimessa con pochi giorni di prognosi.

Le giustificazioni della responsabile dell'aggressione

La responsabile dell’aggressione si è difesa dichiarando: "Non volevo fare del male a nessuno, ma sono mesi che quel ragazzo ci impedisce di dormire. Urla e bestemmia fino all’alba, non ne possiamo più". Così si è difesa a seguito dell'accaduto la 60enne che ha aggredito la vicina con un coltello. Nonostante i tentativi di giustificazione, il gesto è stato ritenuto grave dalle autorità, che l’hanno denunciata.

Durante i controlli successivi, gli agenti hanno trovato tre katana - cioè delle affilate spade classiche di fattura giapponese, tipiche dei guerrieri samurai - appese alla parete nella stanza del trentenne, che a quel punto è stato a sua volta denunciato per detenzione abusiva di armi. L’episodio ha evidenziato le tensioni e i conflitti esasperati dalla convivenza in contesti condominiali, in cui spesso la gestione delle liti può sfociare in atti violenti.

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