Rigopiano, pg chiede annullamento di 6 assoluzioni e nuovo processo per l’ex prefetto: “Ordinanza di sgombero avrebbe evitato la tragedia”

Secondo il pg, i campanelli d’allarme c’erano e sarebbero stati evidenti

Nuovi risvolti in merito alla strage di Rigopiano. Il pg di Cassazione Giuseppe Ricciardi ha chiesto l'annullamento di sei assoluzioni e un nuovo processo per l'ex prefetto. I capi d'accusa di disastro colposo e omicidio colposo in concorso, esclusi in primo e secondo grado, dovranno essere nuovamente considerati in un secondo processo in Corte d'Appello a Perugia, con il coinvolgimento di altre figure, tra Prefettura e Regione Abruzzo, assolte nei primi due gradi di giudizio.

Rigopiano, pg chiede annullamento di 6 assoluzioni e nuovo processo per l’ex prefetto

Era il 18 gennaio 2017 quando una slavina travolse l'Hotel Rigopiano causando la morte di 29 persone. L'accusa ha chiesto un appello bis in Cassazione e un nuovo processo per l'ex prefetto. Si sostiene come i "segnali d’allarme" prima della tragedia sarebbero stati "molteplici", secondo quanto sostenuto dall’accusa. A testimoniarlo ci sarebbero bollettini metereologici "accessibili a chiunque", oltre che relazioni e ordinanze. I bollettini indicavano "9 valanghe prossime all’hotel, la necessità di tenere sotto controllo l’area" e "il territorio classificato come sismico livello 2".

Per il procuratore generale di Cassazione Giuseppe Riccardi "non è sufficiente affermare la mancanza della ‘carta valanghe‘ per deresponsabilizzarsi". Secondo il pg, i campanelli d’allarme c’erano e sarebbero stati evidenti: “Il giorno prima, 17 gennaio 2018, il pericolo valanghe era diventato ‘forte‘ e la situazione era stata comunicata alla prefettura e questo rendeva obbligatoria almeno la costituzione di una sala operativa. Misure idonee sarebbero state lo sgombero dell’hotel, la chiusura della strada, la richiesta di intervento dell’esercito".

Riccardi ha chiesto l’annullamento delle assoluzioni di sei rappresentanti della protezione civile abruzzese e la conferma delle condanne dei dirigenti della Provincia Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio. Insieme a loro, l’ex gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso, l’allora sindaco di Farindola Ilario Lacchetta e il tecnico comunale Enrico Colangeli.

"In questo processo ci sono dei grandi assenti: i responsabili generali della protezione civile", ha concluso. "Una sentenza che li esclude, è ragionevole? Sono loro i principali garanti della sicurezza. Avrebbero dovuto adottare la carta valanghe della Regione e prevedere il rischio".