Villa Crespi a Milano, ennesima area verde smantellata, abbattuti 11 alberi, immobile sventrato e addio giardino per ristrutturazione da 20 mln di €
Via libera ai lavori di bonifica per contaminazione del terreno, ma la storica villa e il suo giardino stanno venendo alterati pesantemente
A Villa Crespi (o Villa Mondadori), a Milano, incedono i lavori di ristrutturazione. E incedono inesorabili sulle piante dello storico giardino. Sette antiche magnolie, una quercia, due tassi, un trachycarpus fortunei (palma tropicale cinese) sono gli 11 alberi che sono stati abbattuti per fare spazio alle operazioni di bonifica. Dopo i precedenti del bosco di via Falck-Casa del giovane e quello del Giardino di via Scaldasole, è stato l'ennesimo abbattimento di alberi nell'area comunale di Milano ad aver suscitato l'indignazione dei residenti.
Villa Crespi a Milano, addio allo storico giardino: abbattuti 11 alberi storici per lavori di ristrutturazione
La storica residenza dell’alta borghesia milanese fa da perimetro a via Venti Settembre e via Tamburini, all’angolo con via Tasso. Il bel quartiere Magenta in cui si trova, caratterizzato da architetture di fine Ottocento e inizio Novecento, risale al Piano Berutto (1884-1889), primo piano regolatore cittadino che disegnò questa strada di villini immersi nel verde. Pure la dimora Crespi, nota anche come Villa Mondadori, è sempre stata caratterizzata dal suo florido giardino. Sopravvissuto a numerose modifiche e passaggi di mano, solo l’ultimo acquirente ne ha previsto il quasi totale disfacimento. Resta solitario un tiglio, alto quasi 15 metri.
Chi è il proprietario che tre anni fa acquistò la villa per 20 milioni
Da mesi sono in corso i lavori per riqualificare la villa, su volontà dell’attuale proprietario. Si tratta dell’uomo d’affari Stefano Alberto Bonfiglio, che ha acquistato la villa tre anni fa per oltre 20 milioni di euro, una delle maggiori transazioni immobiliari cittadine di quell’anno, nonché degli ultimi tempi. Bonfiglio è un imprenditore italiano, co-fondatore e managing partner di Stirling Square Capital Partners, una società di private equity con sede a Londra che investe in società con un valore compreso tra 50 e 500 milioni di euro. Noto il suo matrimonio con l’argentina Carolina Gonzalez-Bunster, figlia del businessman Rolando Gonzalez-Bunster, al quale parteciparono anche Hillary e Bill Clinton. A sessant’anni Bonfiglio ha deciso di ritrasferirsi nel paese d’origine, nella prestigiosa dimora di via Venti Settembre, lasciando la residenza londinese nel ricco quartiere di Knightsbridge.
La storia della villa
La storia del palazzo inizia nel 1897, quando fu fatto realizzare per l’imprenditore del tessile Pasquale Crespi, fratello minore di Cristoforo Benigno, il fondatore del villaggio operaio «ideale» di Crespi d’Adda. L’edificio si basava sul progetto neorinascimentale dell’architetto Steno Sioli Legnani, ma nel tempo subì alcune modifiche, che gli conferirono uno stile liberty e un sapore eclettico, similmente alle scomparse Villa Hoepli e Villa Francetti Frova (resistono invece le vicine Villa Falck, villa Maria Luisa e Villa Borletti). Importanti i nomi di chi nel corso del tempo si è potuto vantare di esserne proprietario: Leonardo Del Vecchio ne divenne assegnatario nei primi anni Novanta, Nicoletta Zampillo la acquistò nel 2000 e, infine, l’imprenditore della farmaceutica Nino Martire rimodellò nuovamente l’abitazione, dopo averla pagata 24 milioni nel 2008.
Le autorizzazioni, prevista la ripiantumazione di 19 piante
La modifica più invadente, però, sembra che stia avvenendo proprio ora. Non solo gli alberi del grande giardino sono stati abbattuti, dopo che già erano stati indeboliti da potature aggressive, ma anche l’abitazione stessa sembrerebbe essere soggetta a pesanti rinnovamenti. I residenti della via, già disturbati dalla rumorosità del cantiere, non hanno potuto tacere di fronte allo smantellamento del bel giardino. Una consolazione, seppur magra, è offerta dal progetto di ripiantumazione di 19 alberi di alto fusto, delle stesse specie delle precedenti più altre, che però non potranno sostituire gli storici “residenti” del giardino, testimoni silenti della storia del quartiere.
Il via libera definitivo alle operazioni di bonifica è arrivato a meta giugno e si motiva con la rilevazione di tracce di metalli pesanti (piombo, mercurio, zinco), idrocarburi e benzopirene, contaminazioni del terreno che derivano dal vecchio serbatoio interrato di gasolio, rimosso nell’ottobre 2022. Inizialmente i lavori erano stati bloccati tramite diffida, poiché mancava l’autorizzazione paesaggistica ad alcune modifiche subentrate in corso d’opera. Il confronto fra Municipio 1, Soprintendenza, Arpa e ufficio Bonifiche dell’assessorato alla Rigenerazione urbana ha però infine sortito l’approvazione dei lavori, iniziati il 21 maggio. L’ultima speranza sarebbe stata il mancato “nulla osta” dell’assessorato al Verde, che però non si è opposto all’abbattimento delle piante.