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Thomas Luciani ucciso a Pescara, selfie dei presunti assassini dopo il delitto: pugno sul petto e sguardo fiero, ipotesi premeditazione

Gli assassini si sono accaniti sulla vittima, alcuni ragazzi del gruppo, testimoni oculari, forniscono nuovi indizi

26 Giugno 2024

Pescara, sedicenne ucciso da 25 coltellate per debito di droga, testimone: "Christopher era quasi morto e loro gli dicevano di stare zitto"

Sono emersi nuovi dettagli sulle dinamiche che hanno portato alla morte del giovane Thomas Christopher Luciani e sull'accanimento con cui i due assassini avrebbero infierito sul ragazzo. 25 coltellate e l'intimazione di tacere, seppur morente. Il ragazzo era poi stato abbandonato tra le sterpaglie del parco Baden Powell, nel centro di Pescara. I colpevoli, che si erano mossi in gruppo, se ne erano poi andati verso il mare.

Thomas Luciani ucciso a Pescara, selfie dei presunti assassini dopo il delitto si ipotizza omicidio premeditato

Nuovi particolari confermano l'indifferenza dei presunti assassini di fronte all'atrocità commessa. Gli accusati, due minorenni figli di famiglie facoltose della città, sono rimasti impassibili durante gli interrogatori e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Oggi il Gip del Tribunale dei Minori dell'Aquila ha convalidato il fermo per i due indagati. Ha disposto anche la custodia per entrambi in un Istituto per i Minori. 

Nel decreto di fermo emergono dettagli orrendi: i due ragazzi si sarebbero alternati nel pugnalare la vittima, 15 pugnalate inferte da uno, 10 dall'altro. Gli avrebbero sputato in faccia e spento una sigaretta sul viso. Nel provvedimento si legge che per uno dei due minorenni interrogati "era diventata una questione di rispetto". Secondo la ricostruzione, era Thomas a dover restituire un debito di 250 euro per l'acquisto di droga. Il gruppo di ragazzi, dalle cui fila sono emersi i due indagati, si era ritrovato nella stazione di Pescara, per poi dirigersi verso il parchetto. Il fatto che uno dei due ragazzi avesse già con sé il coltello e lo avesse mostrato ai suoi amici fa sospettare un omicidio premeditato. I ragazzi avevano nello zaino anche un cambio d'abiti.

Le testimonianze: l'omissione di soccorso e il selfie fiero dei due indagati

Queste informazioni sono state fornite da alcuni preziosi testimoni oculari, di cui uno parte del gruppo e vicino a uno dei due indagati, che era presente domenica pomeriggio nel parchetto di Pescara. "Non abbiamo pensato a chiamare nessuno, né polizia né ambulanza", dice, "siamo andati in tranquillità al mare. Al mare hanno raccontato in sintesi quello che è successo. So che hanno dato delle coltellate". Il ragazzo dichiara anche di aver visto che uno dei due indagati era in possesso di una pistola, sebbene scarica. Il testimone chiave, che ha fatto scoprire l'accaduto chiamando i soccorsi, ha detto: "sicuro" che Thomas "era morto, erano tante coltellate davanti a me. Ad esempio aveva avuto una coltellata all'addome, una coltellata alla gamba, dove ci sono le arterie". E racconta in riferimento a uno dei due sospetti: "si è disfatto del coltello che aveva avvolto in un calzino sporco di sangue, lasciandolo dietro agli scogli", fornendo alcuni indizi sulla collocazione dell'arma del delitto. Una foto, rintracciata sul cellulare di uno dei due 16enni indagati, mostra i due presunti assassini ritratti in spiaggia, con un pugno sul petto e lo sguardo fiero. La foto è stata scattata alle 18.21, poco dopo il delitto. Lo smartphone è ora fra il materiale sottoposto a sequestro.

Gli accertamenti sulla ricostruzione della vicenda sono però ancora in corso. La Squadra mobile di Pescara deve ora vagliare il coinvolgimento dei diversi ragazzi del gruppo, consapevoli dell'accaduto. Si esprime così il colonnello dei carabinieri, padre di uno dei testimoni: "Vorrei che mio figlio vivesse migliorando la sua vita da ora in avanti. Desidero che tenga presente nel tempo cosa è accaduto, che abbia vivo il ricordo del ragazzo che ha visto morire e che ne sia all’altezza”. 

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