Andrea Purgatori, perizia: "Morto per endocardite infettiva, bastava un antibiotico per salvarlo, medici negligenti"

Una endocardite infettiva la malattia che non gli è mai stata diagnosticata e per la quale si punta il dito contro il cardiologo Guido Laudani, indagato assieme ad altri 3 medici. Resta da chiarire l’iter sanitario che ha portato all’errata diagnosi delle metastasi al cervello

La perizia sulla causa morte di Andrea Purgatori dà ragione alla querela della famiglia. L'ex giornalista si poteva salvare, o comunque si sarebbe potuta allungare la sua vita grazie ad un "antibiotico". I medici della procura di Roma Luigi Marsella e Alessandro Mauriello spiegano come il volto di Atlantide sia morto per un'infiammazione cardiaca, nello specifico una "endocardite infettiva". Questa la malattia che non gli è mai stata diagnosticata e per la quale si punta il dito contro il cardiologo Guido Laudani, indagato assieme ad altri 3 medici. Resta da chiarire l’iter sanitario che ha portato all’errata diagnosi delle metastasi al cervello.

Andrea Purgatori, perizia: "Morto per endocardite infettiva, bastava un antibiotico per salvarlo"

Andrea Purgatori si poteva salvare grazie ad un antibiotico. Una catena di errori e sviste da parte dei medici fatale per la morte del giornalista. La perizia dà pienamente ragione alla famiglia, come confermato dallo stesso legale: "Confermata l’ipotesi contenuta nella querela".

L'endocardite infettiva non è mai stata diagnosticata al 70enne che conviveva con un tumore ai polmoni, scomparso lo scorso 19 luglio. Una infezione delle valvole cardiache che i medici della clinica privata Villa Margherita di Roma non hanno mai scoperto. Un guaio, dato che secondo i medici una semplice terapia antibiotica avrebbe permesso a Purgatori di vivere ancora. I dubbi di molti, soprattutto sul web, è che la malattia fosse correlata alle reazioni avverse al vaccino Covid. Sfortunatamente, non è possibile avere informazioni chiare in merito.

Nelle carte della perizia, si legge che il dottor Guido Laudani "ometteva la prescrizione di accertamenti clinici, laboratoristici e strumentali finalizzati alla diagnosi di endocardite infettiva. Tali omissioni risultano a nostro avviso ascrivibili a imperizia e non rispondenti alle buone pratiche cliniche da noi individuate in letteratura".

La consulenza è stata chiesta dalla procura di Roma, che ha anche indagato per omicidio colposo quattro medici: Guido Laudani, Maria Chiara Colaiacomo, Gianfranco Gualdi e Claudio Di Biasi.

Terapie inefficaci o dannose

I consulenti del pm scrivono che "sulla base dei dati clinici, radiologici e della terapia impostata era opportuno valutare altre ipotesi diagnostiche oltre a quella proposta dalla dottoressa Giallonardo di un’embolia conseguente a una fibrillazione atriale". Purgatori infatti fu sottoposto a terapia anticoagulante e radioterapia per aggredire ipotetiche metastasi cerebrali diagnosticate dal professor Gianfranco Gualdi, altro medico indagato. Ma come detto, non risultava alcuna metastasi al cervello. 

Nonostante la febbre alta e l'autonomia compromessa, i dottori non riescono a venirne a capo. Purgatori venne quindi trasferito al policlinico Umberto I, dove "sostanzialmente con gli stessi elementi (di Villa Margherita, ndr) i sanitari sin da subito ipotizzavano un’endocardite batterica e tempestivamente effettuavano gli accertamenti necessari a confermare la diagnosi".

Anche la famiglia è tornata sul caso: "Ad Andrea sonostate diagnosticate e curate con urgenza metastasi cerebrali che al momento della morte si è scoperto non esistere. E questo ha portato a uno sviamento della corretta diagnosi e terapia".