Hanno abusato di una ragazza di 25 anni e le hanno causato lesioni permanenti. Per questo i carabinieri hanno arrestato due uomini di origine sudamericane di 47 e 29 anni con l’accusa di stupro di gruppo e lesioni gravissime. Il giudice Silvia Carpanini ha disposto gli arresti domiciliari per i due ma il pubblico ministero Federico Panichi ha impugnato e fatto ricorso.
Il Riesame, nel giorni scorsi, ha accolto la richiesta del pm disponendo il carcere perché potrebbero commettere altre violenze e per la gravità del gesto. L’inasprimento non è ancora esecutivo e i difensori dei due, gli avvocati Igor Dante e Pierpaolo Bottino, hanno deciso di impugnare.
I fatti risalgono a settembre. La vittima aveva litigato con il fidanzato che era venuto a trovarla da fuori Genova. Il ragazzoi era tornato indietro e lei aveva deciso di passare la serata in un locale dove ha incontrato la coppia. Prima si erano messi a chiacchierare, poi hanno consumato alcolici insieme. Da quel momento i ricordi della vittima si fanno più confusi. La donna ha raccontato di essersi risvegliata in una casa a Sampierdarena, con la sensazione che fosse successo qualcosa di molto grave. Quattro giorni dopo, in preda a forti dolori, decide di andare all’ospedale Galliera dove scatta il protocollo per gli abusi.
I carabinieri avviano le indagini e trovano le immagini di alcune telecamere di videosorveglianza dove si vede un uomo passeggiare nervosamente. I due vengono identificati e in un primo momento solo denunciati. Nel frattempo, però, la venticinquenne (assistita dall’avvocato Elisabetta Gaibisso) viene sottoposta ad accertamenti medici che stabiliscono come da quella violenza abbia subito lesioni permanenti. Uno dei due aggressori si presenta sul posto di lavoro della ragazza e la minaccia per farle ritirare la querela. Il pubblico ministero, una volta ottenuti i risultati medici e i riscontri sull’identità dei due, chiede l’arresto. “I due hanno agito con istinti brutali – scrive il gip – compiendo atti di inaudita violenza sulla vittima. E potrebbero commettere nuovi comportamenti violenti e incontrollabili. Nonostante la gravità della condotta possono stare ai domiciliari”. Per i giudici del Riesame, invece, il carcere è la misura cautelare più adeguata.