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Rocco Siffredi: "Sono un depresso, faccio solo incubi, il porno è stato la mia salvezza e non la mia dannazione"

L'attore racconta i suoi tormenti e la sua dipendenza dal sesso: "Anche se vedevo un uomo o un trans non riuscivo a fermarmi"

18 Marzo 2024

Rocco Siffredi

Rocco Siffredi (fonte foto LaPresse)

"Sono un depresso, il porno è stato la mia salvezza e non la mia dannazione": così Rocco Siffredi si racconta in un'intervista esclusiva all'Adnkronos concessa alla giornalista Alisa Toaff, nel corso della quale l'attore parla dei suoi tormenti, della morte della madre, del rapporto con la famiglia e della sua dipendenza dal sesso ammettendo di aver avuto difficoltà a trattenersi anche se davanti non aveva una donna: "Anche se vedevo un uomo o un trans non riuscivo a fermarmi".

La salvezza dal porno, altro che dannazione

Uno dei primi punti che tratta Rocco Antonio Tano, in arte Rocco Siffredi, nell'intervista rilasciata in esclusiva all’Adnkronos in seguito al successo internazionale della serie Netflix "Supersex", ispirata alla sua vita e alla sua carriera di attore porno, è proprio quello del rapporto con il suo lavoro. "Il porno è stata la mia salvezza - dice Siffredi - non la mia dannazione, perché mi ha aiutato ad uscire dalla depressioneIo sono sempre depresso basta che mi fermo a riflettere e vado in depressione ma non ho mai usato farmaci perché mi sono sempre detto che dovevo imparare a superare qualsiasi ostacolo da solo attraverso le mie forze. Ricordo - aggiunge il pornodivo - che da giovane mi allenavo tantissimo in palestra, facevo sforzi fisici enormi al di sopra delle mie possibilità ed era per questo che sul set le mie scene duravano così a lungo. Sono anni che non faccio sogni belli. Se dovessi scrivere gli incubi che faccio diventerei il regista horror più famoso al mondo", scandisce con un sorriso amaro.

Il rapporto con la famiglia e la morte della mamma

In un racconto molto intimo della sua vita, Rocco Siffredi risponde ad una domanda sulla sua famiglia. "Con la mia famiglia ho un rapporto molto particolare - spiega - mamma e papà sono morti e con Tommaso (il fratello maggiore, ndr) ormai non ci parliamo più da dieci anni. Quello che mi faceva soffrire di più era vedere mia madre sempre triste, mi faceva malissimo - racconta ancora l’attore - il mio unico sogno era quello di aiutarla ad uscire dalla miseria. Il porno mi ha salvato perché riusciva a non farmi pensare al dolore che provavo". In merito, invece, al momento più doloroso della sua vita, Siffredi non ha dubbi: "Vedere mia madre morire, sono stato gli ultimi due mesi al suo fianco". "La settimana prima che morisse purtroppo è entrata in coma epatico - aggiunge Siffredi - per cui non riconosceva le persone. C’ero solo io accanto a lei, mi sedevo sul letto e lei mi mordeva e mi graffiava perché non mi riconosceva e io piangevo e le dicevo: 'mamma sono Rocco', ho sofferto davvero moltissimo".

Sul set l'incontro con Moana Pozzi "che aveva un altro segreto"

Dalla commozione per la madre al ricordo affettuoso per Moana Pozzi. "Era una donna fortissima e di gran classe - racconta Siffredi - ma non l'ho mai vista come una pornostar. Aveva la melanconia di una ragazza triste dentro, io ero infelice per la perdita di mia madre mentre lei nascondeva un altro segreto. Non ci siamo mai presi sessualmente. So che sembrerà strano ma la vedevo come una sorella, passavamo molto tempo a parlare e a confidarci".

"Ho deciso di smettere di recitare perché mi sento inadeguato a 55 anni"

In merito alla decisione di smettere di fare film porno, Siffredi garantisce di non essere più intenzionato a tornare sul set, spiegando di non avere più "il physique du role". di vedersi "vecchio". "A 55 anni ho deciso di smettere di recitare perché è iniziata una crisi mia - dice il pornodivo - vedevo queste ragazzine di 18-20 anni che volevano lavorare con me ma mi sono sentito inadeguato". La dipendenza dal sesso si può dire superata. ''Più che altro ho imparato a controllarmi - precisa Siffredi - non sono mai andato da uno psicologo, ne sono uscito grazie a mia moglie (Rózsa Tassic, ndr) che è stata una talmente intelligente da non farsi prendere dall'emozione e che un giorno mi ha detto semplicemente: 'Rocco tu hai bisogno di aiuto'. Questa dipendenza è durata ben 15 anni - ricorda Siffredi - appena vedevo una donna, ma anche un uomo o un transessuale non riuscivo a trattenermi, ci dovevo fare sesso. Era come se dentro di me ci fossero due personalità e una volesse farsi del male. Penso sempre che qualcuno mi ha protetto da lassù, sarei potuto morire di hiv ma quando soffri di dipendenza non c'è malattia che tenga".

Il rapporto migliorato con la moglie

Del suo rapporto con la moglie Rocco dice: "Siamo molto uniti, non siamo famiglia fake ma una famiglia vera (Siffredi ha due figli: Lorenzo e Leonardo, ndr). Se mia moglie dovesse improvvisamente guardarmi con occhi diversi e decidere di non amarmi più per un altro uomo penso che morirei, sono 30 anni che stiamo insieme". "Da quando ho abbandonato il set il sesso tra di noi è molto più bello - ammette - Rozsa mi dice sempre: 'Rocco come sei diverso da quando hai smesso di recitare'. Stare tutto il giorno su un set di un film porno, tornare a casa e fare il marito era mentalmente molto difficile. Non è facile per una donna aspettare a casa un marito che fa il pornoattore, mia moglie è stata davvero unica".

Progetti per il futuro? "Un film sulla mia vita"

Rocco Siffredi, però, guarda già oltre e pensa al futuro. ''Mi hanno proposto di recitare come protagonista in un film drammatico che si ispira alla mia vita diretto da Davide Cincis - spiega - . L'ho incontrato sul set del film di Massimo Boldi 'Matrimonio a Parigi' dove era assistente alla regia. Dopo aver visto la mia intervista alla trasmissione 'Belve' mi ha telefonato e mi ha detto: 'Dentro di te hai un dolore talmente forte che sei l’unico attore che mi viene in mente che possa interpretare quello che ho in mente'. Inizieremo a girare il film in autunno tra l'Abruzzo e Budapest. Credo che la drammaticità sia una cosa che fa parte della mia vita, non mi vedo nella veste di attore comico, io al massimo sono ironico - conclude Siffredi - ma mai comico''.

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