21 Marzo 2024
Rocco Siffredi (fonte foto LaPresse)
"Le mie erano solo delle battute, nessuna avance, anzi mi aspetto io le scuse": è la replica di Rocco Siffredi alle accuse mosse da una giornalista che lo ha denunciato per averle rivolto, a suo dire, una serie di insulti e allusioni alla sua vita sessuale attraverso dei messaggi su Whatsapp, al punto da portarla a vivere uno stato di ansia e crampi allo stomaco. Lo scontro tra i due sarebbe nato dopo la pubblicazione di un'intervista da parte della giornalista che aveva incontrato a metà marzo il pornodivo all'Hotel Parco dei Principi di Roma in occasione della presentazione della serie tv dedicata alla sua carriera.
Siffredi ricostruisce l'accaduto dando la sua versione dei fatti spiegando che tutto sarebbe nato dal fatto che la Toaff avrebbe travisato le sue dichiarazioni. “Mi ha messo in bocca parole che non ho detto sulla serie Netflix che racconta la mia vita e sono andato fuori di testa - racconta Siffredi - . La produzione mi aveva detto di non fare alcuna intervista con quella persona. Ma io sono buono, ho accettato, mi sono preso la responsabilità. Era su Supersex, la serie Netflix che racconta la mia vita. Ma poi mi ha messo parole in bocca che non ho detto, come che le puntate fossero cupe o che Alessandro Borghi non sia stato all’altezza”. Dunque, nessuna critica all’attore che interpreta lo stesso Siffredi, anzi. "Mai detto - precisa Siffredi - anzi Borghi è stato fantastico. Mi è stata dedicata una serie bellissima. Come avrei potuto? Mi sono limitato a due osservazioni: quando lui fa sesso in quello sguardo vedo del dolore. Probabilmente non avrebbe potuto mostrare un Rocco che prova piacere per non dare un significato diverso. E poi che sono molto ironico nel quotidiano, più sorridente. E da lì è nato quel titolone da gossip, ‘Borghi non mi rappresenta’. Mi sono arrabbiato - continua il pornodivo - mi ha fatto andare fuori di testa l’idea di voler sputtanare chi c’è dietro la serie attraverso le mie parole. Avrei mandato aff… lei, un’altra donna, un uomo, dieci uomini, chiunque. E poi ha scritto che io ero depresso e che andavo sul set solo per sfogarmi: ma non è vero, mai detto”.
L'accusa della giornalista è non solo di violenza verbale ma anche di molestie sessuali. “È un’accusa che trovo estremamente grave, nei miei confronti - spiega Rocco Siffredi - . Vado in giro a parlare di educazione sentimentale da impartire ai bambini, di rispetto nei confronti delle donne. Le ho detto ‘vatti a prendere i c…, che mi sa che è quello che ti manca…’. Ma pochi secondi dopo l’ho chiamata per scusarmi e per dirle che avevo perso il controllo. Mi si accusa di atteggiamenti sessuali per aver fatto un complimento, bella donna, ma l’ho salutata, l’ho abbracciata, le ho dato un braccio. Lei mi ha stretto. E io ho detto: ‘Sono sempre sensibile, non credere che sia diventato di marmo’. Lei mi ha anche chiesto ‘ma adesso vai solo con tua moglie?”, “la dipendenza l’hai governata, è finita?”, le ho detto di sì, 'ora solo con mia moglie'. A quel punto ho visto un languore nei suoi occhi. Una sorta di ‘che peccato’. Ecco qual è la verità. Non voglio fare altre insinuazioni, io lo so qual è stato il problema… diciamo che c’è rimasta male. Accuse del genere mi fanno vomitare, mia moglie si è messa a piangere. Forse tutto quello che voleva era questo casino. Figuriamoci se ho bisogno di molestare una donna, ho la fila ancora oggi di migliaia di persone che mi chiedono di fare sesso, anche in maniera molto sfacciata. Io potrei essere esattamente uno molestato. E devo dire la verità, quanto mi fa piacere questa molestia…”.
Il racconto dell'incontro con la giornalista si condisce di dettagli che, secondo Siffredi, smontano l'accusa. “Ci stavamo salutando - spiega l'attore - e quando l’ho abbracciata, senza stringerla, lei ha detto ‘wow’ e non mi ha lasciato. A quel punto io ho detto ‘attenzione, che sono ancora molto sensibile’. Mi ha fatto sentire l’apprezzamento di sentire il corpo di Siffredi, diciamola tutta. Continuandomi a stringere così mi avrebbe potuto provocare qualche eccitazione. Ma l’ho detto per ironia, per divertimento. D’altronde è stata la prima a parlare liberamente di sessualità. Ed è tutto registrato nel suo cellulare. Non so cosa farò adesso, parlerò col mio avvocato per capire quale strada prendere. L’unica cosa certa è che non potrò dormire, non posso permettermelo, né sarebbe giusto. È una situazione imbarazzante. Io il mio passo l’ho fatto, ho chiesto scusa. Non è stata una bella cosa e lo so. Ma ora che vedo tante falsità che lei ha tirato fuori spero che voglia fare lo stesso. Le sue scuse le accetterei - conclude Siffredi - anche non plateali, basterebbe una telefonata. Mi dico sempre di non fare agli altri quello che io non vorrei mai ricevere. Perciò io la abbraccerei di nuovo, non nutrirei alcun rancore”.
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