Genova, detenuto si toglie la vita nel carcere di Marassi, la Procura indaga sulla sua morte
Il fascicolo è stato aperto contro ignoti per capire se ci sono state negligenze da parte della sorveglianza. Sono state acquisite le immagini delle telecamere
La Procura ha aperto un fascicolo sul suicidio di un detenuto ventottenne di nazionalità marocchina all’interno di una cella del carcere di Marassi. Una tragedia avvenuta la scorsa settimana. L’accusa ipotizzata dagli inquirenti, al momento a carico di ignoti, è morte in conseguenza di altro reato. Chi indaga vuole approfondire la dinamica del gesto e se vi siano stati ritardi o sottovalutazioni delle condizioni dell’uomo nei giorni precedenti.
I fatti sono avvenuti nella sesta sezione del penitenziario, quella dove vengono ospitati i detenuti che hanno già avuto problemi con altri carcerati o con gli operatori. È la stessa nel quale Alberto Scagni, l’uomo che ha ucciso la sorella Alice il primo maggio del 2022 a Quinto, è stato aggredito da un compagno di cella, lo scorso ottobre. E dove un mese prima un altro detenuto, Luca Gervasio, secondo gli investigatori aveva ucciso il compagno di cella Roberto Molinari. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti, martedì scorso il ventottenne aveva avuto una lite con alcuni agenti. Dopodiché si era chiuso nella sua cella, bloccando la serratura con un pezzo di plastica. A quel punto aveva preso le lenzuola e con quelle realizzato un cappio. Una volta aperta la serratura, l’uomo era stato rianimato dal personale sanitario del carcere e trasferito d’urgenza all’ospedale San Martino, in rianimazione. Ma dopo due giorni era morto.
Si trovava in cella per un furto. A metà gennaio scorso aveva partecipato ad alcuni momenti di tensione nel penitenziario, nei quali erano stati dati alle fiamme dei cartoni e un agente della polizia penitenziaria era rimasto lievemente contuso a una mano. Per questo, assistito dall’avvocato Marco De Benedictis, aveva patteggiato altri 10 mesi di reclusione. Un detenuto che, al suo attivo, aveva anche alcuni divieti di incontro con altri carcerati.
Gli investigatori acquisiranno le immagini delle telecamere di sorveglianza del corridoio in cui si trova la cella dove il ventottenne si è tolto la vita. Per comprendere modalità e tempistiche dell’intervento della polizia penitenziaria. E cercheranno di capire se l’uomo, visti i pregressi, potesse essere sottoposto a una maggiore sorveglianza. —