04 Febbraio 2024
Fonte: imagoeconomica
La protesta degli agricoltori coi trattori continua ad infuocare l'Europa. La rivolta è arrivata anche in Italia, e il mainstream, impossibilitato a nascondere ormai il nascente malcontento, si è già mosso per bollarla. A dare una spinta alla protesta sarebbero 'no-vax' e neofascisti. I primi messi alla gogna perché Marco Liccione, ex esponente del movimento 'No green pass' avrebbe bruciato una bandiera dell'Europa. E poi c'è Forza Nuova, complice di dar voce ai manifestanti. Dall'altra parte però, i produttori agricoltori, sembrano trovare 'terreno fertile' tanto per restare in tema, dal governo. Il ministro dell'agricoltura Lollobrigida è con loro.
Continua ad espandersi a macchia d'olio la protesta degli agricoltori, che coi loro trattori per le strade vogliono far sentire la voce di chi non ci sta alle imposizioni di Bruxelles, e crede che il settore agricolo sia in forte decadimento.
'No-vax' e neofascisti dicevamo. Il mainstream non contempla che ci sia una buona fetta di popolazione che da ormai due settimane abbia fatto partire una mega-protesta dalla Germania e dall'Olanda per protestare contro le ultime decisioni prese da Bruxelles in termine di alimentazione. La galassia dell'estrema destra, che può variare da anti-vaccinisti a no global a euroscettici. Così gli esponenti di Forza Nuova a difesa degli agricoltori: "Una categoria sempre più oppressa dai diktat dell'Unione Europea e dalle decisioni del governo".
E proprio il governo però, almeno a parole, difende la categoria. "Le associazioni agricole non hanno motivi di manifestare contro il governo, nonostante alcuni giornalisti le incitano a farlo, perché non è il governo che causa quello che abbiamo patito negli ultimi anni e quindi protestano in Europa. Le decisioni dell'Unione Europea sono state avallate dai governi italiani fino adesso. E’ successo che la politica agricola comune è diventata all’inizio un modo per indurre a non coltivare ben pagati. Poi però i pagamenti sono diventati sempre di meno, fino a non garantire più il reddito, a fronte di costi di produzione che si sono elevati. Nel 2021-2022: costi di produzione +22%, +15% aumento del valore. Significa che il 7% ricade sull’anello debole, sui nostri agricoltori".
"I nostri agricoltori, e questo ha dato fastidio a tanti, sono uomini e donne libere che vivono di lavoro e terra, vogliono fare quello e devono essere messi in condizione di farlo. Non chiedono né sussidi né reddito di cittadinanza e noi siamo con loro".
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