Mobilitazione agricoltori italiani il 22 gennaio, si espande la protesta: "Stop importazioni estere, noi penalizzati dall'UE"

Il Coordinamento di agricoltori CRA (Comitati Riuniti Agricoli) ha proclamato lo stato di agitazione a oltranza: "Siamo in migliaia contro le politiche del Governo che non ci protegge e dell'UE che pensa solo agli stati del nord"

Il CRA (Comitato Riuniti Agricoli) ha proclamato per il 22 gennaio una mobilitazione nazionale degli agricoltori italiani. Il motivo della scelta deriva da proteste dei coltivatori su argomenti riguardanti il mercato e la gestione della retribuzione del lavoro agricolo nel nostro paese. A spiegare bene la situazione ci hanno pensato Danilo Calvani, coordinatore del CRA, e Viller Malavasi, referente regionale del Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani). I due sono intervenuti a un incontro a Campogalliano (Modena) tenutosi domenica.

Mobilitazione agricoltori italiani il 22 gennaio, Calvani (CRA): "Ultimi 10 ministri uno peggio dell'altro"

"Dal nord a sud - ha spiegato Calvani - sono centinaia i gruppi di agricoltori che si stanno organizzando per dare il via alla mobilitazione nazionale a oltranza, che abbiamo stabilito per la data del 22 gennaio 2024. La nostra è una protesta per far sopravvivere il mondo agricolo - ha continuato - perché migliaia di aziende hanno chiuso e tante altre sono allo stremo. Ma ci faremo sentire in maniera civile e secondo le regole. Non dovranno esserci atteggiamenti violenti e, se ce ne fossero, questi saranno denunciati alle forze dell'ordine. Ogni presidio, in tutta Italia, dovrà essere comunicato preventivamente alle relative Questure. Dobbiamo rispettare la Costituzione e su questo saremo intransigenti".

Calvani ha poi attaccato il sistema politico, che "è totalmente inadeguato per sostenere l'agricoltura o risolverne i problemi. Gli ultimi 10 ministri sono uno peggio dell'altro. Non ne faccio una questione di partito, ma di competenze".

Successivamente, riguardo ai contenuti della protesta, è intervenuto Viller Malavasi, referente regionale del Copoi (Coordinamento produttori ortofrutticoli italiani): "Deve essere riconosciuto il costo di produzione come punto di partenza per il reddito di ogni agricoltore. E questa cifra non deve essere quella data alle OP o alle cooperative, ma ai produttori, altrimenti a chi lavora nei campi non rimane mai nulla per sopravvivere".

Mobilitazione agricoltori italiani il 22 gennaio, la protesta ricorda quella degli agricoltori francesi e tedeschi

"L'Unione europea - ha spiegato Malavasi - non può fare leggi senza alcun criterio, favorendo palesemente alcuni stati (del nord) e penalizzandone altri, come per la questione delle molecole per la difesa bandite dal mercato. E prima di importare frutta o verdura dall'estero, bisogna terminare la produzione nazionale. Fino a quando vi è una cassetta di merce italiana non si deve importare dall'estero", ha ribadito Malavasi, facendo allusione alle proteste degli agricoltori francesi e tedeschi, che nelle scorse settimane hanno creato il delirio nei centri abitati e nelle autostrade con i loro trattori.

"Questo movimento di protesta - ha concluso Calvani - è riesploso da poco in Italia, ma sta coinvolgendo migliaia di persone. Deve essere una sollevazione popolare ma, lo ribadisco, molto civile e seguendo la Costituzione".