17 Gennaio 2024
Fonte: lapresse.it
La legge sul fine vita in Veneto non è passata per un solo voto. Per la sua approvazione la proposta di legge sul suicidio medicalmente assistito, proposta dall'associazione Coscione, serviva il sì della maggioranza assoluta, fissata a quota 26 e non raggiunto per un soffio. In votazione erano cinque articoli, ma sia il primo che il secondo non hanno ottenuto la cifra necessaria per l'approvazione. La discussione e il voto hanno visto la spaccatura del centrodestra, con Fdi e Fi contrari, il presidente Luca Zaia e parte della Lega favorevoli, come le opposizioni.
Come detto, sia il primo che il secondo articolo sulla proposta di legge sul fine vita hanno ottenuto 25 voti favorevoli, 22 contrari, e 3 astenuti non raggiungendo la maggioranza dei voti assoluta, fissata a quota 26. Il presidente Ciambetti, dopo una breve riunione dell'ufficio legislativo del Consiglio, ha quindi messo ai voti il rinvio in Commissione del testo, approvato con 38 sì e 13 assenti. Questo significa che il progetto di legge, come spiegato da Ciambetti, diventerà "ordinario" e non avrà i tempi contingentati. Pertanto, se non verrà affrontata in questi mesi, la proposta normativa rimarrà incardinata all’ordine del giorno della prossima legislatura.
"E' stata bocciata una legge di iniziativa popolare, che non viene dalla Giunta regionale. Non passa perché a parità di voti, 25 contro e 25 a favore, viene rimandata in Commissione, questa è la democrazia" ha detto il governatore del Veneto Luca Zaia, commentando lo stop del Consiglio regionale alla proposta di legge sul fine vita promossa dall'associazione Luca Coscioni. "Dopodiché, domani mattina i pazienti terminali possono chiedere, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019, l'accesso al fine vita, il che è la prova provata che questa iniziativa non serviva per autorizzare il fine vita ma stabiliva solo i tempi di risposta alle istanze. Su un tema etico è fondamentale che tutti abbiamo libertà di pensiero e di espressione - ha aggiunto - spero che a livello nazionale si affronti il tema".
Poco dopo la decisione del Consiglio regionale veneto è arrivato anche il commento attraverso una nota stampa da parte di Marco Cappato e Filmena Gallo dell'Associazione Luca Coscioni. "Dobbiamo prendere atto che, nonostante l'impegno generoso di tante consigliere e consiglieri regionali che hanno agito sulla base di convinzioni invece che di appartenenze politiche, l'opportunità creata non è stata per il momento accolta dalla maggioranza assoluta dei votanti in Consiglio regionale. Il diritto ad essere aiutati a morire resta, auspichiamo che il Consiglio vorrà presto tornare ad esprimersi e approvare il testo Siamo comunque certi che il confronto di queste settimane non sia avvenuto invano. È infatti cresciuta nell'opinione pubblica veneta la consapevolezza dell'esistenza in Italia, a determinate condizioni, del diritto di ottenere l'aiuto medico alla morte volontaria, come già i casi di Federico Carboni nelle Marche, 'Anna' in Friuli e 'Gloria' in Veneto hanno dimostrato".
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