10 Gennaio 2024
Fonte foto: tribunale.palmi.giustizia
Una bambina di sette anni sarebbe stata costretta a subire atti sessuali dal bidello di una scuola in provincia di Reggio Calabria. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'uomo, di 60 anni, l'avrebbe prima baciata e poi toccato le parti intime dopo che la bambina si era rivolta a lui per fare delle fotocopie chieste dall'insegnante: per lui è scattato immediatamente l'arresto e ora si trova ai domiciliari. La giovane, dalla vergogna, non ha raccontato nulla né alla maestra, né ai compagni. Dopo aver raccontato tutto alla madre, la donna ha fatto partire la denuncia.
Come detto, il presunto pedofilo, originario della provincia di Reggio Calabria, e assunto come collaboratore scolastico, si trova agli arresti domiciliari con l'accusa di violenza sessuale aggravata. Lo si apprende dall'ordinanza emessa dal tribunale di Palmi, dove viene spiegato che l'uomo avrebbe costretto una bambina di soli 7 anni a subire atti sessuali nello stanzino delle fotocopie di un istituto comprensivo statale. Secondo quanto riportato nella denuncia formalizzata dai carabinieri di Cinquefondi, la bambina era uscita dalla classe e si era diretta in uno stanzino da sola per fare delle fotocopie come richiesto dall'insegnante. L'uomo, notando la giovane dirigersi da sola, avrebbe prima approcciato con un complimento e poi avrebbe proseguito con dei baci e toccandola.
La svolta sarebbe arrivata con le dichiarazioni fornite dalla bambina di sette anni alla psicologa nominata dalla procura. Infatti, subito dopo l'abuso, la giovane non ha parlato con nessuno. Una volta tornata a casa, si è confidata con la madre che ha fatto partire subito la denuncia. La rapida attivazione del “codice rosso”, applicato tempestivamente d’intesa e con il coordinamento della procura di Palmi, ha consentito ai militari dell’Arma di sviluppare i necessari accertamenti in pochi giorni, raccogliendo la testimonianza della bambina e concludendo in brevissimo tempo l’indagine. Per il 60enne sono scattati gli arresti domiciliari.
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