Sentenza Saman Abbas, ergastolo ai genitori, 14 anni allo zio Danish, assolti e rilasciati immediatamente i cugini
Nelle dichiarazioni spontanee il padre della 18enne uccisa a Novellara, Shabbar Abbas, aveva negato tutto: “Non è vero che ho ammazzato mia figlia e sono scappato”
Ergastolo ai genitori, 14 anni allo zio, assolti e rilasciati immediatamente i cugini: è arrivata la sentenza sull'omicidio di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa e trovata sepolta sotto un rudere a Novellara, in provincia di Reggio Emilia, dopo aver rifiutato un matrimonio forzato.
Sentenza Saman Abbass, ergastolo ai genitori, 14 anni allo zio Danish, assolti e rilasciati immediatamente i cugini
Il cadavere della giovane, uccisa il 30 aprile 2021, fu fatto ritrovare nel novembre 2022 dallo zio Danish Hasnain, uno dei 5 imputati insieme al padre Shabbar Abbas, alla madre Nazia Shaheen (latitante), i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq. Il procuratore capo Calogero Gaetano Paci e il pubblico ministero Laura Galli avevano chiesto per i genitori l’ergastolo. Erano stati chiesti invece 26 anni per gli altri tre. Nel pomeriggio, dopo le dichiarazioni del padre di Saman, la Corte d’Assise si è ritirata in camera di consiglio. E in serata è arrivata la sentenza.
Nella pena comminata a Hasnain avrebbe pesato il fatto che, dopo la fuga all'estero di tutti gli imputati e la cattura di buona parte di loro, dopo mesi di omertà nonostante il carcere, proprio lui a fine 2022 aveva reso possibile il ritrovamento del cadavere della ragazza. Nella formula pronunciata in aula dalla presidente della Corte, Cristina Beretti, si è precisato che all'uomo è stato riconosciuto “il rito abbreviato, la revoca delle aggravanti e le attenuanti generiche”.
Il padre della 18enne ha negato di aver ucciso la figlia: “Falsità”
Shabbar Abbas, il padre della 18enne, ha rilasciato le sue dichiarazioni spontanee. E non solo ha negato di aver ucciso la figlia, ma ha anche accusato il figlio minore di aver detto bugie sulle sue responsabilità.
Abbas, estradato in Italia a settembre scorso, era fuggito in Pakistan subito dopo la morte della figlia. Come sostenuto dal procuratore Paci durante la requisitoria delle scorse settimane, non avrebbe mai “espresso un gesto di pietà” nei confronti di Saman. Oggi, parlando, ha accusato tutti di dire “falsità”. “Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua, una in Pakistan. Non è vero che sono andato a casa di Saqib (il fidanzato di Saman) a minacciare. Anche questo è falso, come quelli che dicono che ho ammazzato mia figlia e sono scappato via”.
Shabbar Abbas ha sostenuto di volersi “liberare di tanti mesi di peso”. Il padre è arrivato e negare quanto testimoniato da operatrici e servizi sociali sulla condizione della figlia: “Non è vero che stava sempre chiusa”, ha detto. E ha poi accusato il figlio minore: “Ha detto che lo picchiavo. Signori giudici, nella mia vita non ho mai picchiato nessuno”. E ha cercato di sminuire il giovane: “La sua lingua ha parlato, il suo cuore no. È un ragazzo così”. Poi, la sentenza. E l’ergastolo per lui e la madre di Saman.