Milano, il “riciclo” dei biglietti usati della metro Atm in stazione Centrale: ticket ritirati e rivenduti agli ignari passeggeri che rischiano pure la multa
Tre persone si piazzano davanti ai tornelli della metro Atm e “riciclano” i biglietti dei passeggeri che rischiano di essere sanzionati al posto dei “rivenditori” abusivi
È come se fosse il lavoro più normale del mondo. Tre extracomunitari, con grande nonchalance, si piazzano davanti ai tornelli della metro Atm della stazione Centrale di Milano e “riciclano” i biglietti dei passeggeri. In fila, con noncuranza, ritirano i ticket e poi vanno a venderli vicino alle macchinette.
I viaggiatori escono e danno loro il biglietto perché devono metterlo nella macchinetta per uscire, poi il ticket esce dalla macchinetta, viene recuperato e passato ai tre “rivenditori” non autorizzati. Poi, mentre uno sta guardando le macchinette per comprare il biglietto, glielo vendono.
Milano, il “riciclo” dei biglietti usati della metro Atm in stazione Centrale: ticket ritirati e rivenduti agli ignari passeggeri che rischiano pure la multa
I passeggeri sono totalmente ignari della macchinazione. Non sanno chi siano quei tre, magari sono distratti o vanno di corsa, oppure pensano che sia una cosa normale, manco li guardano in faccia. Semplicemente gli danno il biglietto o glielo comprano.
I controllori di Atm sono zelanti e ligi al dovere. Pattugliano autobus, tram e metropolitana e vigilano sulla validità dei biglietti. Sulla macchinazione in Centrale, però, c’è una totale mancanza di controlli. C’è da dire che molto probabilmente, anche se i tre (o chi per loro) fossero allontanati, potrebbero ritornare dopo poco e continuare il “giochino” dei biglietti ai danni dei poveri passeggeri (tra cui i turisti) che sono all’oscuro di tutto. E che rischiano pure di prendere una multa.
Occorre intervenire per cercare di scongiurare il fenomeno
La responsabilità non è certo di chi acquista il biglietto, semmai di chi glielo vende dopo averlo riciclato. Insomma: chi di dovere dovrebbe intervenire per cercare di scongiurare il fenomeno. E per impedire che gli ignari cittadini, loro sì vittime di un raggiro, rischino di essere sanzionati al posto dei “rivenditori” abusivi.