20 Ottobre 2023
Roberto Vannacci, fonte: imagoeconomica
Il libro di Roberto Vannacci "Il Mondo al contrario" entra nei testi di educazione civica al liceo scientifico Ribezzo di Francavilla Fontana, nel brindisino. Una scelta presa da una docente di quinta e difesa dalla preside dell'istituto, motivata dal fatto che "stimola il pensiero critico". Intanto, nel giorno del suo 55esimo compleanno, il generale è stato intervistato dal Giornale d'Italia proprio per parlare del successo del libro ed anche della scelta del liceo.
"207mila copie vendute, fantastico". Esordisce così Vannacci che celebra il risultato raggiunto dal suo libro. "Vado avanti, dovrebbero darmi un nuovo incarico, vediamo quello che mi dicono. Non ho indicazioni", spiega. "Decideranno loro l'incarico che mi daranno, non ne ho idea. Mi dovranno dire cosa vogliono che io faccia".
"Crosetto? Non l'ho più sentito. D'altronde non è che si parla coi ministri tutti i giorni. Neanche con Salvini e gli altri politici. Faccio il soldato", ripete.
"È una cosa fantastica. È la goccia che scava la roccia". In questo modo il generale definisce la scelta dell'istituto. Un primo passo che servirà poi per compierne altri, o meglio, per stimolare altri "pensieri critici" come ha reso noto la docente Giulia Schiavone.
Tornando al fatto, la preside Giuseppina Pagano ha spiegato: "Non potevamo mettere la testa sotto la sabbia e far finta che queste cose non accadono perché poi fuori dalla scuola i ragazzi le incontrano. Quindi è meglio se in un contesto come scuola riusciamo a interagire con loro, a provocare un dibatito controllato e critico, trattando diversi punti di vista".
"Come diceva la professoressa che ha avuto l'idea, 'per prendere le distanze da un libro bisogna leggerlo'. Da me è venuto un solo genitore che ha ritenuto potesse esserci qualche problema, per cui sono andata ad accertarmi nella classe e ho parlato con i ragazzi che quasi mi guardavano perplessi e non capivano perché la cosa stesse suscitando un problema".
"Il lavoro è fatto per stimolare liberamente il pensiero dei ragazzi. Devono affrontare l'esame di Stato, sono abbastanza grandi ed è giusto che all'interno della scuola si faccia un lavoro del genere. Non so davvero il problema dove sia, dal momento che non si lasciano i ragazzi soli, alla mercè di quello che accade sui social, a livello mediatico. Anzi si dà loro degli strumenti in più per poterli affrontare nel modo giusto".
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