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Genova, al via il processo dell'omicidio con la freccia nei vicoli, la sentenza entro la fine dell'anno

L'accusa contesta all'artigiano Evaristo Scalco l'aggravante dell'odio razziale. La vittima stava festeggiando la nascita di un figlio quando è stato trafitto

13 Ottobre 2023

Genova, al via il processo dell'omicidio con la freccia nei vicoli, la sentenza entro la fine dell'anno

Il tribunale di Genova

E’ cominciato davanti alla corte d’assise di Genova, presieduta da Massimo Cusatti, il processo a Evaristo Scalco, l’artigiano di 63 anni che la notte del primo novembre scorso uccise con una freccia l’operaio Alfredo Javier Romero Miranda, 41 anni, in centro storico. Scalco è accusato di omicidio aggravato dai futili motivi e dall’odio razziale, reato che prevede potenzialmente l’ergastolo. L’aggravante dell’odio razziale formulata dal pm Arianna Ciavattini si basa sulle dichiarazioni dell’amico di Miranda che ha raccontato come Scalco li avesse insultati dicendo “Andate via stranieri di m…da”. Scalco però ha sempre sostenuto di non essere razzista e sulla personalità dell’uomo il suo difensore Jacopo Pensa ha ottenuto l’acquisizione da parte della Corte di una decina di testimonianze raccolte come indagini difensive proprio sulla personalità dell’imputato, che da marzo si trova ai domiciliari nella sua abitazione di Varese e oggi ha ottenuto l’autorizzazione di venire alle prossime udienze senza la scorta delle forze dell’ordine.

Sentenza entro la fine del 2023

Il presidente Cusatti ha ammesso quasi tutte le prove richieste dalle varie parti e ha fissato un calendario di udienze che potrebbero portare ad arrivare a una sentenza di primo grado entro la fine dell’anno. Nella prossima udienza, il 3 novembre, saranno sentiti tutti i testimoni dell’accusa, tra cui gli artificieri dei vigili del fuoco che hanno raccolto e analizzato i petardi trovati sotto l’abitazione di Scalco. L’artigiano era stato arrestato subito dopo il delitto.

Il testimone: "L'assassino tamponava la ferita" 

Questa mattina è stato sentito uno dei carabinieri intervenuti sul posto quella notte: ha raccontato di aver visto la vittima a terra in un lago di sangue e l’imputato che cercava di tamponare la ferita al petto (con la freccia ancora conficcata) con alcuni asciugamani. “Intorno c’erano molti cittadini stranieri che hanno indicato Scalco come l’autore di quell’aggressione e che inveivano contro di lui. Così lo abbiamo ammanettato e messo in sicurezza”. Nel frattempo era intervenuto il 118, ma per Romero non c’era molto da fare: il 41enne era morto qualche ora dopo in ospedale lasciando una compagna e un bimbo appena nato.

La vittima festeggiava la nascita del figlio

Proprio la nascita del figlio aveva indotto Romero a passare una sera di festeggiamenti nei vicoli insieme a un amico. A detta di Scalco i due avevano orinato non lontano dal cancello della sua abitazione. Era partito uno scambio acceso, poi i due si erano allontanati ma Miranda era poi tornato verso il vicolo trovando ancora Scalco sul balcone di casa. E dopo un altro scambio verbale aveva preso una delle frecce più appuntite per l’arco che lui stesso si era fabbricato e aveva colpito Miranda al petto.

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