Alessia Pifferi in aula: "Pensavo che i biberon bastassero", la rivelazione choc: "Mi prostituivo con Diana nella stanza accanto"

La testimonianza di Alessia Pifferi ha preso una piega ancora più inquietante quando ha rivelato di essersi prostituita nella stessa casa in cui viveva con la sua piccola Diana

Alessia Pifferi, accusata dell'omicidio della figlia Diana, di 18 mesi, ha raccontato la sua versione dei fatti durante una delle udienze più recenti del processo in corso presso la Corte d'Assise di Milano. La tragedia è avvenuta il 21 luglio 2022, quando la bimba è stata ritrovata senza vita nel loro appartamento. Il viaggio de "Il Giornale d'Italia" all'interno della casa degli orrori è documentato da foto che mostrano lo stato di degrado dell'appartamento in cui è morta la piccola Diana. Un pianerottolo sporco, disordinato che tutta probabilità rispecchia anche le condizioni dell'interno della casa. Nell'articolo in questione, è presente una gallery fotografica.

Omicidio piccola Diana, la madre Alessia Pifferi in aula: "Non mi sgridate, pensavo che i biberon bastassero"

Pifferi aveva lasciato la sua residenza milanese per sei giorni per raggiungere il suo compagno a Leffe, in provincia di Bergamo. Durante il processo, ha testimoniato che aveva spiegato al compagno che la loro piccola era al mare con la sorella maggiore. Il compagno ha dichiarato: "Siamo stati insieme dal 14 luglio al 20 luglio. Lei mi sembrava serena e tranquilla". Pifferi aveva anche aggiunto di non aver portato la figlia con sé perché aveva bisogno di un po' di tempo per rilassarsi.

Quando è tornata a casa, ha fatto una scoperta agghiacciante, sebbene la madre aveva previsto che ciò poteva succedere, come ammette lei stessa in uno degli interrogatori. Ha trovato la piccola Diana nel lettino, immobile. Ha raccontato in tribunale: "L'ho accarezzata e ho visto che non si muoveva. Ho tentato di rianimarla, ma non aveva reazioni. Ero nel panico, ho chiamato una vicina di casa, ho cercato di spruzzarle acqua in bocca, ma niente".

Durante l'interrogatorio, il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha chiesto ripetutamente a Pifferi se conoscesse le conseguenze del digiuno e della mancanza di cibo e acqua per un bambino così piccolo. La madre, visibilmente agitata, ha risposto: "Le chiedo di non sgridarmi, per favore. Pensavo che quello che avevo lasciato bastasse."

Le domande del pubblico ministero hanno portato anche alla luce il fatto che Diana fosse stata lasciata da sola in casa in altre occasioni. Alessia Pifferi ha ammesso che era successo qualche volta e che solitamente "tornava subito a casa il giorno dopo". La madre lasciava due biberon di latte e bottigliette d'acqua per la bambina quando era assente. Ha spiegato: "Ero preoccupata di molte cose. La lasciavo da sola perché pensavo che il latte bastasse. La bambina non era in grado di scendere dal lettino da campeggio, quindi quando rientravo era tranquilla".

In aula, Pifferi ha affermato: "L'ho accudita come una madre si prende cura del proprio figlio. Le fornivo cibo, la cambiavo e, se si sentiva male, contattavo l'ospedale. Facevo del mio meglio per farla crescere, garantendole il cibo e l'acqua necessari per sopravvivere."

Il pubblico ministero De Tommasi ha cercato di ottenere ulteriori dettagli sull'attenzione fornita dalla madre, chiedendo nuovamente se fosse a conoscenza del rischio di vita che una bambina corre se non si alimenta o non beve. Tuttavia, Pifferi ha risposto con un incerto: "Non lo so". Pifferi ha cercato di dipingersi come una madre premurosa, ma i fatti raccontati delineano un quadro di estrema negligenza e irresponsabilità. Anche la vicina, che all'epoca dei fatti aveva concesso a questa testata un'intervista, aveva raccontato ai nostri inviati che la mamma fosse particolarmente negligente e che "sarebbe stato meglio farla adottare".

La tragedia

La giornata inizia apparentemente come qualsiasi altra, con la madre che dà da mangiare e si prende cura della bambina. Tuttavia, il quadro cambia quando emergono i dettagli cruciali. Pifferi ha ammesso di aver lasciato Diana da sola in casa, anche per lunghi periodi, seguendo il consiglio del suo compagno dell'epoca. “Siamo andate a fare una passeggiata per prendere la focaccia che a lei piaceva. " Alle 11.30 tornano a casa e mette Diana sul lettino. "Quando sono uscita di casa Diana dormiva, la toccai e si mosse". Alessia poi racconta di non essere tornata in quell'appartamento fino a sei giorni dopo. 

La madre fa ritorno nell'appartamento soltanto il 20 luglio, tra giovedì e mercoledì della settimana successiva. Tuttavia, durante questo lasso di tempo, un lunedì, Pifferi si trova a Milano. “Ero andata con D’Ambrosio che doveva venire per un lavoro. Poi con lui ci fu una discussione molto accesa. Ho pensato a mia figlia, ma avevo paura di dirgli di riportarmi a casa perché avevamo discusso in mezzo alla strada, avevo paura di parlare e non dissi niente, mi riportò a casa sua. Per questo non sono tornata da Diana. Io mi preoccupavo di mia figlia ma avevo paura delle reazioni del signor D’Ambrosio, perché era aggressivo”.

La madre, accusata di aver lasciato morire la figlia di stenti, ha cercato di scaricare la responsabilità sul suo compagno di allora, dipingendolo come colui che le avrebbe suggerito di lasciare la piccola a casa da sola per fare la spesa in altre occasioni. Tuttavia, questa tentativo di liberarsi dalle proprie colpe è stato duramente criticato, sia dalle autorità giudiziarie che dall'opinione pubblica. 

Alessia Pifferi: "Mi prostituivo con Diana nella stanza accanto"

La testimonianza di Alessia Pifferi ha preso una piega ancora più inquietante quando ha rivelato di essersi prostituita nella stessa casa in cui viveva con la sua piccola Diana. Ha ammesso di aver chiesto a un uomo che viveva sotto di lei se conoscesse persone interessate a incontri sessuali a pagamento e di "averlo fatto anche con lui". Tutto ciò perché, secondo il suo racconto, "avevo bisogno di soldi per regalare un giro in limousine al mio compagno". Il dettaglio scioccante di questa ammissione è che Alessia ha affermato che Diana era nella stanza accanto, "ma la porta era chiusa".

Pifferi ha anche dichiarato di essersi inventata una cerimonia di battesimo, sempre per una questione di soldi e per pagare il regalo a D'Ambrosio, il suo compagno.

"Ero incinta e non lo sapevo"

La donna, di 37 anni, ha narrato la sua storia personale e quella della figlia: "Mia figlia è nata inaspettatamente a casa del signor D'Ambrosio Mario a Leffe, il 29 gennaio 2021. Inaspettatamente, perché non ero a conoscenza della gravidanza. Ho cominciato a provare dolori la sera prima nell'addome, pensando fosse un'infiammazione al nervo sciatico, non avendo alcun sintomo di gravidanza. Il pomeriggio successivo, alle 14, la bambina è nata nel bagno di casa, ero da sola in quei momenti".

Subito dopo la nascita, il compagno è tornato. "Gli ho detto: questa bambina è nata, non ne sapevo nulla, abbiamo chiamato l'ambulanza. Diana è nata prematura, è stata ricoverata per un mese e mezzo, anch'io sono stata ricoverata per un po'. La dottoressa ha detto che con la nascita della bambina ci siamo salvate la vita a vicenda, perché io avevo una patologia al fegato. All'inizio trovarsi in una situazione del genere non è semplice, essere improvvisamente madre senza preparazione, ma non ho avuto problemi ad accettare la bambina. Andavo in ospedale a trovarla tutti i giorni". Pifferi ha poi aggiunto: "Anche a mia madre dissi che non sapevo di essere incinta e che non conoscevo il padre, non lo so neanche io, nemmeno oggi. Non lo so".