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Omicidio Santa Margherita Ligure, la simulazione del pm mette nei guai Frisinghelli

Gli inquirenti ribadiscono: "Non fu legittima difesa, ma un gesto volontario". L'indagine si avvia verso la conclusione

10 Settembre 2023

Omicidio Santa Margherita Ligure, la simulazione del pm mette nei guai Frisinghelli

Sergio Frisinghelli, 58 anni

Il delitto di Santa Margherita Ligure, costato la vita ad Alessio Grana, 35 anni, non fu legittima difesa ma omicidio. A ribadirlo sono gli inquirenti, dopo che la simulazione effettuata nei giorni scorsi ha aumentato i dubbi sull’ipotesi di un estremo gesto difensivo.  Simulazione a cui ha preso parte Sergio Frisinghelli, 58 anni, il vicino in carcere perché ha confessato ai carabinieri di aver colpito la vittima il 19 agosto, sul pianerottolo al secondo piano del condominio di via Costamezzana 15.    Il sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà, titolare dell’inchiesta, non ha disposto altre perizie e si appresta entro l’inizio di ottobre a chiudere gli accertamenti, contestando all’indagato l’omicidio volontario, lo stesso per il quale si trova tuttora detenuto nel penitenziario di Marassi.   La simulazione non lascia dubbi Frisinghelli ha raccontato agli investigatori di essere stato aggredito da Grana dopo che quest’ultimo si era diretto verso il suo appartamento per insultarlo. Alterco avvenuto a seguito dell’ennesimo contrasto all’interno di uno stabile dove le tensioni – secondo gli altri abitanti originate proprio da Grana – erano all’ordine del giorno. Il fermato, assistito dal legale Claudio Zadra, si dice certo che per lui non ci fossero alternative alle coltellate. Il pm Azzarà e i carabinieri, però, per valutare meglio questa ipotesi hanno ripercorso quanto avvenuto il 19 agosto alla presenza dello stesso Frisinghelli, che ne ha mimato le fasi salienti. E ne hanno tratto indicazioni che allontanano in maniera definitiva quanto accaduto dall’ipotetica sequenza di una legittima difesa, tanto che non serviranno ulteriori approfondimenti tecnici. Ma c’è da valutare un altro elemento che potrebbe complicare ulteriormente il lavoro della difesa:  l'allontanamento della figlia da parte dell'assassino. Una precauzione che aveva preso altre volte oppure soltanto il 19 agosto? Se la ragazza dalla nonna ci fosse andata solo la sera in cui il padre ha ucciso il vicino, allora la posizione dell'artigiano si aggraverebbe, dando spazio all'ipotesi premeditazione.

 Due colpi in grado di uccidere

Frisinghelli ha colpito due volte il vicino trentacinquenne con un pugnale da caccia, “con la chiara intenzione di ucciderlo”, sostengono gli investigatori. Il coltello, con lama di 14 centimetri, si trovava su un mobile nei pressi della porta, perciò a portata di mano. I due fendenti, uno al cuore e l'altro alla gola, forse nell’intenzione di chi li ha sferrati non dovevano essere fatali ma si sono rivelati tali. Lo scrive chiaramente il giudice Luisa Costasaragna nell’ordinanza di convalida che l'indagato quantomeno volesse ferire gravemente il suo avversario. Il racconto dell’indagato non ha convinto gli inquirenti nei due punti cruciali. Il sostituto procuratore Luca Scorza Azzarà prima, e il gip poi, dicono che se l'artigiano non avesse aperto la porta, nonostante Grana la stesse prendendo a bastonatela sua vita non sarebbe stata in pericolo. Il secondo punto che scricchiola è la ricostruzione fatta dalla difesa, del post accoltellamento: per Frisinghelli, il trentacinquenne si sarebbe rotolato giù dalle scale e lui si sarebbe limitato a lasciargli il pugnale, per gli investigatori invece l'assassino ha inseguito la vittima fino all'androne del condominio di via Costamezzana 15. Lo rivelano le macchie di sangue trovate lungo le pareti interne dell'edificio gestito in convenzione con il Comune: alcune sfiorano il soffitto, impossibile che il trentacinquenne sia rotolato giù. Come ha evidenziato pure l’esperimento giudiziale.

I carabinieri indagano ancora

I carabinieri stanno anche cercando di capire cosa sia successo a Grana per arrivare al punto da fare la guerra agli altri condomini di via Costamezzana. Nel suo ultimo giorno di vita, sulle alture di Santa Margherita Ligure, sono salite due pattuglie a distanza di ore una dall’altra. Perché la vittima ha trasformato quel sabato in una sorta di resa dei conti con chi lo circondava?

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