26 Luglio 2023
L'incidente mortale di Davide Rebellin, fonte: il giornale di Vicenza
E' finalmente giunta ad una svolta decisiva l'inchiesta sulla morte di Davide Rebellin: il camionista tedesco Wolfang Rieke, accusato dai Pm di avere investito e ucciso l'ex ciclista veneto avrebbe infatti accettato di consegnarsi alle autorità italiane. La vicenda risale allo scorso novembre: Rebellin si stava allenando su una strada di Montebello Vicentino quando, dopo aver preso una rotatoria, un camion, guidato appunto dal tedesco, svoltò improvvisamente sulla destra senza mettere la freccia, travolgendo il ciclista e uccidendolo sul colpo.
La posizione di Rieke, accusato di omicidio stradale, si era complicata sempre di più anche perchè, dalle immagini delle telecamere a disposizione degli inquirenti, era chiaramente visibile l'autista scendere dal suo mezzo e avvicinarsi al corpo di Rebellin, fuggendo subito dopo e rifiutando di prestare soccorso. Addirittura il 63enne tedesco, dopo essere tornato in Germania, avrebbe provato a cancellare le prove dell'impatto in tutti i modi, arrivando persino a pulire con la saliva il paraurti del suo camion.
Dopo essere stato identificato, è stato in un primo momento arrestato, ma successivamente il mandato di cattura europeo che era stato emanato nei suoi confronti è stato sospeso, e dunque il camionista è tornato a piede libero. Quella che sembrava essere una situazione di stallo per la magistratura, è però inaspettatamente arrivato il colpo di scena dell'ultima ora, con i legali di Rieke che, avrebbero ufficialmente formalizzato ad un giudice tedesco un documento in cui il camionista fornisce il proprio consenso ad essere consegnato alle autorità italiane, di fatto facendosi formalmente arrestare e dovendo rispondere all'accusa di omicidio stradale.
Queste le dichiarazioni rilasciate dal legale di Rieke, in occasione della decisione del suo assistito: "Stiamo organizzando il suo arrivo in Italia, che deve essere comunque concordato con le autorità tedesche, visto che attualmente Rieke ha l'obbligo di firma in commissariato. Il fatto che il mio cliente abbia chiesto di essere consegnato all'Italia è un'ulteriore dimostrazione di come non ci troviamo di fronte a un mostro (...). E' consapevole che l'estradizione coinciderà con il suo trasferimento in carcere, ma è pronto a rispondere delle proprie responsabilità di fronte alla giustizia italiana".
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