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Messina Denaro, l'interrogatorio del 21 febbraio: "Cosa Nostra la conosco dai giornali. Ho dei beni ma non dico dove sono"

Il boss nel primo inedito interrogatorio depositato in procura a Palermo lo scorso 21 febbraio. "Non ho più niente, mi avete già portato via tutto. Sono un agricoltore apolide"

09 Maggio 2023

Messina Denaro: «Sono un agricoltore apolide. I miei beni segreti? Non li dico: non sono stupido»

Messina Denaro, fonte: imagoeconomica

Le prime dichiarazioni inedite trapelate dall'interrogatorio di Matteo Messina Denaro effettuato il 21 febbraio scorso, circa un mese dopo l'arresto avvenuto il 16 gennaio. Il boss ha parlato davanti al gip Alfredo Montalto: "Ero un agricoltore, lavoravo in campagna. Sono di Castelvetrano, ma una residenza non ce l’ho più da tempo perché il Comune tanti anni fa mi ha cancellato. Io ormai sono un apolide…Non faccio parte di nessuna associazione. Quel che so di Cosa nostra lo so dai giornali". Dei toni secchi e ironici quelli utilizzati dal boss mafioso che come da copione dei capi di Cosa nostra, nega tutto.

Messina Denaro e l'interrogatorio del 21 febbraio: "Ho dei beni ma non dico dove sono"

Messina Denaro è indagato dai pm Gianluca De Leo e Giovanni Antoci di tentata estorsione aggravata. Secondo i magistrati avrebbe minacciato pesantemente la figlia di un prestanome per farsi restituire un terreno che la famiglia Messina Denaro aveva fittiziamente intestato al padre, Alfonso Passanante.

Il gip Alfredo Montalto gli chiede: "Ha dei soprannomi?". Mai avuti. Me li hanno attaccati da latitante i vari giornalisti, ma io nella mia famiglia non ho avuto soprannomi". Le condizioni economiche di Messina Denaro non attraversano intemperie, come conferma egli stesso: "Non mi manca nulla". "Beni patrimoniali?", prosegue il gip. "Li avevo, me li avete tolti tutti e se comunque qualcosa ho, nmo lo dico. Sarebbe stupido. Certo che ne ho sennò come potevo vivere fino a ora", replica beffardo.

Sulle condanne invece sbotta: "Mi ascolti, io ho detto credo di proposito perché anche voi dall’altra parte mi avete chiesto se ho sentenze definitive lo sapete pure voi e allora l’ho preso con un po’ di umorismo".

Messina Denaro ammette di avere minacciato una imprenditrice: "Non era onesta, aveva un mio terreno"

"Negli ultimi anni vengo a sapere che lei (la figlia di Passanante, ndr) stava vendendo il terreno. Perché lo venni a sapere? Perché il marito si recava in quel sito agricolo con i sensali, che con i vari compratori, infatti avevano quasi l'affare concluso. Tra parentesi avevano l'affare concluso sotto prezzo, tanto non è che era suo, perché lei che cosa voleva fare, prendersi questi soldi di questo terreno, cioè lo rubava, e pagarsi il mutuo. Arrivati a un dato punto, questi sono discorsi per me non onesti, perché le persone agiscono come vogliono, ma va bene così, ognuno poi risponde con la propria dignità delle cose fa, nel bene e nel male. Allora che cosa ho fatto, che volevo dire alla Passanante che il terreno non è suo, che è mio, perché lo comprò mio padre. E allora che cosa ho fatto, l'ho contattata, con una lettera, e gliel'ho firmata, non ho detto pseudonimi, firmato con Matteo Messina Denaro, perché io credevo di essere nella ragione dei fatti".

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