25 Gennaio 2023
Fonte: Twitter Matteo67
Si è presentata in aula con una maglietta con l’immagine del corpo della figlia fatto a pezzi, Alessandra Verni, la madre di Pamela Mastropietro, la ragazza romana di 18 anni uccisa a Macerata il 30 gennaio 2018 e i cui resti sono stati trovati in due trolley a Pollenza.
"Avete visto come me l'hanno ridotta" ha detto ai giornalisti mostrando la foto del cadavere della figlia.
Durante l’udienza davanti alla Corte di Assise di appello di Perugia, che è stata rinviata al 22 febbraio, si è sfiorato lo scontro tra la donna e Innocent Oseghale, condannato per l’omicidio di Pamela e imputato nel processo-bis per la sola aggravante della violenza sessuale.
Non si sono, invece, presentati in aula i due uomini con cui Pamela aveva avuto rapporti sessuali prima di incontrare il pusher nigeriano e che sarebbero dovuti esser ascoltati oggi.
"Basta oppressione giudiziaria", avrebbe pronunciato Innocent Oseghale mentre veniva scortato dalla polizia penitenziaria fuori dall’aula al termine dell'udienza. Tanto è bastato per far reagire la madre di Pamela che si è scagliata contro l’assassino della figlia.
"Dimmi... dimmi che vuoi" avrebbe risposto la donna, mentre la polizia penitenziaria e i carabinieri si sono frapposti tra i due per evitare lo scontro fisico.
La tensione è esplosa quando il presidente della Corte d’Appello ha chiesto a Oseghale se intendesse partecipare all’udienza successiva, fissata per il 22 febbraio, e l’uomo ha risposto di no dopo aver consultato il suo avvocato.
È a quel punto che Alessandra Verni avrebbe commentato: "Adesso si viene a chiedere anche a un carnefice se vuole partecipare all'udienza oppure no. Mettiamogli pure un tappeto rosso a questo punto".
"Mi aspetto giustizia da questo processo, quello che chiedo da cinque anni, giustizia. Ergastolo a vita per chi fa queste cose, Oseghale e tutti i suoi complici devono pagare", ha urlato Alessandra Verni, davanti al palazzo della Corte di Appello del capoluogo umbro.
Il caso dell’omicidio della figlia è noto. Il 29 gennaio 2018 Pamela Mastropietro scappa dalla comunità Pars di Corridonia, in provincia di Macerata, e arriva nella città umbra facendo l’autostop.
Lì incontra il pusher nigeriano Oseghale ai giardini Diaz, dove la ragazza si trova per comprare la droga. L’uomo la convince ad andare nel suo appartamento dove viene stuprata e uccisa. Il suo corpo viene trovato a Pollenza il 30 gennaio, fatto a pezzi in due trolley.
"Mi aspetto che adesso che lo Stato, la giustizia, le Procure facciano il loro dovere – ha detto la madre di Pamela – perché non si può permettere che dei carnefici girino a piede libero in una città, in Italia, perché nel nostro Paese questo non può essere accettato".
Il Giornale d'Italia è anche su Whatsapp. Clicca qui per iscriversi al canale e rimanere sempre aggiornati.
Articoli Recenti
Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Luca Greco - Reg. Trib. di Milano n°40 del 14/05/2020 - © 2025 - Il Giornale d'Italia