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Martina Scialdone, avvocata di 35 anni uccisa dall’ex, ora in carcere: “Mi faccio schifo, la mia vita è finita”

E' morta tra le braccia del fratello, uccisa con un colpo di pistola dall'uomo che aveva appena lasciato. Costantino Bonaiuti, 61enne, è in carcere e confessa: "il colpo è partito per errore"

19 Gennaio 2023

Martina Scialdone, avvocata di 35 anni  uccisa dall’ex, ora in carcere: “Mi faccio schifo, la mia vita è finita”

fonte: Facebook @Lorenzo Tosa

Sul femminicidio dell'avvocatessa Martina Scialdone, avvenuto a Roma davanti al ristorante "Brado", emergono nuovi dettagli. Secondo quanto raccontato da Costantino Bonaiuti, il 61enne colpevole dell'omicidio: "Non la volevo uccidere, mi volevo suicidare. Sono disperato, pensavo che la pistola avesse la sicura inserita, invece è partito un colpo". Ora l'uomo si trova in carcere e non si dà perdono, così come il fratello di Martina, che ha visto la sorella morire tra le sue braccia. 

Martina Scialdone, uccisa dall’ex Costantino Bonaiuti tra le braccia del fratello

Costantino si confessa dal carcere: "Non aveva capito subito quello che era successo, e nemmeno io, dopo che è partito il colpo mi ha guardato e ha detto: 'Ma mi hai sparato davvero? Mi hai ferita?' ". "La mia vita, per quanto mi riguarda, è finita, appena posso voglio uccidermi ", avrebbe aggiunto l'uomo.

Poi continua nel suo racconto: "Martina era molto più bassa di me, il colpo è partito per errore e l’ha raggiunta all’altezza della spalla, proprio perché non ho preso la mira, ma il proiettile ha seguito una traiettoria casuale. Prima di entrare nel ristorante eravamo in macchina insieme, io ho minacciato di uccidermi e ho tirato fuori la pistola, lei mi ha fatto desistere".   

Costantino Bonaiuti, il legale chiede la scarcerazione 

Il legale dell'uomo ha chiesto la scarcerazione del suo difeso. L'omicidio di Martina Scialdone "non è stato premeditato", ha scritto l'avvocato Fabio Taglialatela nel ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Roma. Si è trattato di "un tentativo di suicidio con conseguente colpo sparato per errore all'indirizzo della povera vittima" e l'arma "disgraziatamente" aveva la sicura disattivata. "Prima di entrare nel ristorante eravamo in macchina insieme, io ho minacciato di uccidermi se mi avesse lasciato e ho tirato fuori la pistola, lei mi ha fatto desistere", è la versione riferita all’avvocato Taglialatela, che ieri ha depositato istanza di riesame chiedendo la scarcerazione del suo assistito.

La ricostruzione della difesa è completamente diversa dalla realtà dei fatti descritta dai testimoni, a cominciare da quanto detto dal fratello della vittima, Lorenzo, presente al momento del delitto, come riportato negli atti dell'inchiesta. 

Costantino si trova ora in una cella vuota, da solo, sorvegliato a vista nel carcere di Regina Coeli. 

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