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Addio a Francesco Bruno, morto il criminologo che studiò il Mostro di Firenze

Francesco Bruno è stato uno dei criminologi italiani più famosi e richiesti: si occupò anche del Mostro di Firenze, sostenendo che fosse ancora vivo

11 Gennaio 2023

Addio a Francesco Bruno, morto il criminologo che studiò il Mostro di Firenze

Francesco Bruno (fonte imagoeconomica)

Il professore Francesco Bruno è morto all'età di 74 anni dopo aver dedicato la sua vita alla criminologia, studiando le più difficili vicende di cronaca italiana, dal mostro di Firenze al terrorismo. Ad annunciare la notizia della scomparsa è stato Matteo Lettieri, il sindaco di Celico in provincia di Cosenza, su Facebook.

Francesco Bruno morto a 74 anni: studio il caso del mostro di Firenze

Bruno è stato un famosissimo criminologo, nonché apprezzato professore di Criminologia e medicina forense alla Sapienza di Roma. Si è spento all'età di 74 anni e a darne l'annuncio è stato il Sindaco di Celico, il paese consentino in cui era nato il criminologo. “Celico piange la perdita di uno dei suoi più illustri concittadini, il prof. Francesco Bruno, medico e criminologo di fama internazionale. Il prof. Bruno era un luminare, impegnato nella risoluzione dei più efferati delitti italiani. Grazie ai suoi studi era stato possibile collegare gli omicidi del mostro di Firenze all’esoterismo”, ha scritto il primo cittadino Matteo Lettieri su Facebook.

Spesso ospite di Bruno Vespa a Porta a Porta, sul caso del mostro di Firenze aveva anche collaborato con il Sisde. Nel corso della sua vita, Bruno ha avuto una collaborazione con vari ministeri per lo studio delle droghe e dal 1987 era diventato professore di Criminologia e medicina forense alla Sapienza. Malato da tempo, Bruno è deceduto martedì 10 gennaio 2023, a causa di una malattia. Una volta appresa la notizia, in rete sono state effettuate numerose ricerche molte ricerche per capire se la morte improvvisa fosse collegata alla vaccinazione per il Covid, ma non ci sono informazioni relative al vaccino e ad eventuali reazioni avverse.

Il caso del mostro di Firenze

Francesco Bruno fu ex consulente del Sisde (attuale Aisi, ndr) per il caso sul mostro di Firenze e parlò nel 1985 di magia nera e riti esoterici dietro i delitti del serial killer. Questa informazione era contenuta in uno studio sul caso commissionato dal Sisde. Fu lui stesso a raccontarlo negli uffici della Questura che, all’epoca, aveva cominciato a battere la pista esoterica, poi tralasciata nelle ultime indagini del Ros dei carabinieri, come ricorda il Corriere della Sera, che hanno puntato tutto su un ex legionario. In quegli anni l’ombra dei servizi si era allungata su questa storia, tanto che il criminologo Aurelio Mattei, collega di studio di Bruno e autore del giallo "Coniglio il martedì" – un Mondadori pressoché introvabile – fu perquisito. In quel libro si parlava della pista esoterica e di presunti mandanti. In quegli anni Bruno era entrato nel pool che difendeva Pietro Pacciani, il contadino di Mercatale considerato il Mostro di Firenze. Anche lui fu perquisito e subito dopo fu sentito per nove ore di fila. Lo scorso anno, in un’intervista rilasciata a La Verità, sostenne che il serial killer poteva essere ancora vivo: "Secondo me è una persona che potrebbe avere la mia età, 75 anni. Credo che non ci siano motivi per essere sicuri che sia morto". Aveva ipotizzato che le famose escissioni operate dal Mostro di Firenze fossero state causate da un trauma infantile. "Probabile, secondo me, che quando aveva 7-8 anni, la madre fosse stata operata di tumore al seno. Fu privata sia del seno sia dell’utero, pensando, come all’epoca si faceva, che il tumore si sarebbe potuto replicare nell’utero. Lui dev’essere rimasto scosso da questo fatto infantile". 

La prima parte dell’intervista di Bruno sembrava correggere il tiro rispetto allo studio che, 40 anni prima, era stato commissionato dal Sisde nel quale si analizzavano gli aspetti rituali dei quattro delitti su otto, ipotizzava una pulsione feticistico-religiosa del serial killer, ricorda ancora il Corriere, e si arrivava ad ipotizzare che il mostro facesse riferimento ad una strana villa in località Poggio dei Grilli, una casa di riposo dove forse si svolgevano riti satanici. La storia di Bruno si è intrecciata con quella di Pacciani che fu condannato in primo grado all’ergastolo per i duplici delitti registrati dal 1974 al 1985. Ma fu assolto in secondo grado e morì nel 1998 prima di essere sottoposto al processo di appello bis disposto dalla Cassazione con l’annullamento della sentenza di assoluzione ordinato nel 1996.

Bruno parlò di aver ricevuto una segnalazione da una persona, sia con una lettera, che con una telefonata, che indicava il possibile autore che possedeva un’auto sportiva rossa con la quale correva nel circuito del Mugello fino al 1985. Ma di questo particolare non si fa menzione nei verbali di sequestro che furono allegati alla sua perquisizione. Anche se – proprio in questo senso – il tipo di macchina era stato utilizzato – proprio in quegli anni – a Giampiero Vigilanti, ex legionario di Prato, trovato nel novembre 1994 con 176 proiettili Winchester serie H (gli stessi usati negli omicidi), ultimo dei nomi a finire sotto inchiesta.

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