Omicidio Matteuzzi, l'ex Padovani cercava su internet: "Dove è più difficile rintracciare un cadavere"

La famiglia di Alessandra Matteuzzi chiede giustizia: le ricerche e le chat di Giovanni Padovani lo dipingono come un killer freddo e calcolatore

Dalle indagini sull'omicidio di Alessandra Matteuzzi spuntano le ricerche su internet del suo ex, ora in carcere: si chiedeva quale fosse il modo migliore per uccidere e per nascondersi. 

La cronologia di ricerca Giovanni Padovani

Alessandra Matteuzzi è stata uccisa a martellate il 23 agosto, nel cortile di casa sua, a Bologna. Ora in carcere per omicidio aggravato c'è il suo ex, il calciatore 26enne Giovanni Padovani. Per le indagini è stata depositata la perizia informatica sui suoi dispositivi elettronici e ciò che emerge è agghiacciante.    

Angelo Musella, il tecnico incaricato della consulenza, ha depositato oltre 300 pagine con le ricerche che Padovani rivolgeva ai motori di ricerca. Fra le molte figurano:  "stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione", "pagare delle persone per picchiare", "che condanna c'è per rapimento", "dove colpire una persona in testa per farla svenire", "posto migliore per nascondersi con una persona morta", "dove è più difficile rintracciare un cadavere", "con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare", "accoltellamento pena" e altre sul genere.

Padovani cercava anche informazioni sul carcere: "Si può usare il cellulare in carcere", "quante volte si può andare a trovare un detenuto" e "stati dove non valgono le leggi italiane". E due giorni prima del delitto: "per andare in Albania serve il passaporto" o "stati dove non conta la pena di morte".

Padovani spiava Matteuzzi dalle telecamere

A quanto pare Padovani era riuscito a trovare un sistema per controllare dal proprio dispositivo le immagini di videosorveglianza della casa di Alessandra. "Sono le telecamere di casa sua e ha il suo cellulare in mano. Ero riuscito a entrare nelle telecamere", scriveva inoltre Giovanni Padovani il 23 aprile 2022, in chat con la madre, dopo averle inviato uno screenshot che ritraeva la ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, mentre guardava il proprio telefono. 

Nelle note sul cellulare il 20 agosto Giovanni Padovani scriveva: "Nastro isolante, martello, corda (meglio manette), fai chat inventata tra te e lei dove ti dice di venire a casa sua e portare manette". Il 23 avrebbe ucciso l'ex fidanzata. 

Famiglia chiede giustizia: omicidio premeditato

Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, i legali della famiglia, chiedono il pugno duro:  "Abbiamo avuto modo di analizzare, anche se per sommi capi, la corposa consulenza informatica depositata dal dottor Musella: se da un lato non ci stupisce affatto la meticolosità con cui Padovani ha studiato, architettato e pianificato, valutando, pure, diverse opzioni per uccidere Alessandra Matteuzzi (l'indagato ha, addirittura, cercato quanto costasse assoldare un sicario...), dall'altro, umanamente, restiamo attoniti nel leggere, a più riprese, come un essere umano pianifichi la morte di un suo simile".

Gli avvocati sottolineano: "Padovani ha iniziato ad 'accarezzare' l'idea di uccidere Alessandra sin dai primi giorni dello scorso mese di giugno e dopo aver 'scelto' la modalità omicidiaria ha, semplicemente, atteso l'occasione giusta e lo ha fatto".